Odolo torna a quota 2000 abitanti

È tornata a quota 2.000. Lo scorso mese di giugno la popolazione del comune di Odolo ha superato le duemila unità, 2.011 per la precisione. Era dalla fine degli anni settanta che i residenti odolesi non superavano quella quota. Dal 1976 la popolazione era andata progressivamente calando, fino a giungere, nel 1999, a 1.844 residenti.

La perdita demografica era coincisa con la profonda ristrutturazione che nel recente passato aveva investito il comparto siderurgico odolese, la specializzazione manifatturiera che rappresentava e rappresenta ancora oggi il fulcro dell’economia del paese valsabbino.

Negli anni del dopoguerra, di contro, la popolazione aveva registrato un forte incremento: grazie al positivo andamento economico, nell’arco di vent’anni, dal censimento del 1951 alla rilevazione demografica del 1971, i residenti erano quasi raddoppiati, passando da 1.089 a 2.004.

Il grande sviluppo che in quel periodo interessò le acciaierie e i «laminatoi» di Odolo aveva richiamato nel piccolo centro della Conca d’Oro molte famiglie dai paesi limitrofi, in particolare dell’alta Valle Sabbia. Erano arrivati da Presegno, dalla Pertica, da Bagolino e persino da altre regioni italiane per lavorare nelle aziende siderurgiche presenti sul territorio odolese. Non a caso, negli anni sessanta e settanta quelle strutture produttive contribuirono a fare di Odolo un «caso» economico oggetto di studio a livello nazionale. Stando ai dati riportati dal censimento dell’industria, nel 1971 le 11 realtà odolesi dedite all’attività metallurgica occupavano complessivamente 1.168 addetti.

Poi il progressivo ridimensionamento demografico. Ma da alcuni anni la tendenza si è invertita: dal 2000 la popolazione residente è tornata a crescere. Come negli anni del boom, seppur con dimensioni diverse, sembra proprio che l’incremento della popolazione odolese sia da collegare all’ottimo trend segnato dal comparto siderurgico, che in questo ultimo quadriennio è tornato a crescere.

Come nel dopoguerra, anche oggi l’incremento è legato al saldo positivo del movimento migratorio: un gran numero di nuovi cittadini è rappresentato da lavoratori extracomunitari, in prevalenza marocchini e pakistani ma anche sudamericani, per una percentuale di cittadini stranieri che raggiunge il 20,5% della popolazione totale, una delle quote più elevate della provincia di Brescia.

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