Cercare il petrolio in giardino non conviene

“Ah se trovassi del petrolio nel mio giardino!” è uno dei modi di dire che si usano, di questi tempi poi…

Per sfatare questo mito è stato intervistato Daniele Quattro, possessore di un pozzo di petrolio, il “Cavone n. 4”, che si trova a San Possidonio, in provincia di Modena.

Ben 28 anni fa nel giardino della sua abitazione è stato scoperto un giacimento di petrolio. Dopo una perforazione di 3.400 metri e 2 anni di lavoro, l’oro nero emerse in superficie, sgorgando come l’acqua in abbondanza.

Daniele già si sentiva ricco, pensava ai profitti, ai progetti oppure ad una percentuale di sua spettanza da parte dell’Agip, Eni.

Ma arriva subito la cattiva notizia: lui non riceverà un centesimo. La legge dice che tutto ciò che è estratto dal sottosuolo è di proprietà dello Stato, nel suo caso quello italiano, nonché il concessionario autorizzato all’estrazione.

Giardino rovinato, danni di disturbo, una pompa rotante in casa, ma niente soldi.

Il Quattro non è il solo, così per numerosi proprietari della zona di Carpi e Modena dove esiste il giacimento petrolifero italiano.

I pozzi sono 25, tutti attivi, altri sono in costruzione, la pompa di Daniele estrae 3 quintali alla pompata e realizza otto giri al minuto. Daniele sbuffa e mi invita a fare i conti, lo sbuffo era per il mancato affare, ma anche perché è costretto a pagare l’Ici sul terreno dove sorge il suo pozzo petrolifero: «Non c’è stato modo per toglierlo» conferma.

Avvilito e rassegnato Daniele torna dietro il banco del suo negozio dove vende scarpe. Lui si sente ricco ugualmente ha una bella famiglia, è stimato da tutti, lui è ricco anche senza petrolio.

La sua pompa continua agirare senza tregua, in un moto perpetuo, mentre mi congedo da lui.

Mi lascia l’idea di cercare petrolio in giardino, visto che a solo 150 km da casa mia se ne estrae in ottima quantità.

Nerino Mora

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