Conferme e scoperte in due spettacoli proposti dalla splendida rassegna Acque e Terre Festival che sta percorrendo la valle del Chiese in queste sere d'estate. La conferma lo spettacolo dei Mercanti di Liquore, la scoperta il Brikin Tree Quintet.
“Lei non appartiene alla cultura, non la trovi sotto una bandiera, lei non ha bisogno affatto di protettori, lei non può restare dentro, il suo posto è fuori!”.
Ai Mercanti di Liquore piace mettere le cose in chiaro fin da subito: salgono sullo splendido palco antistante la chiesetta degli alpini di Mazzano e ci dicono senza mezzi termini che “la musica è dei poveri”, non dei “figli del benessere”, di chi si nasconde dietro una divisa, un’istituzione, uno status che è sempre più symbol di mediocrità e ignoranza.
Loro sono così, schietti ed affascinanti nella semplicità del loro essere artisti: una voce, due chitarre e una fisarmonica (il basso a riposo per un inconveniente tecnico), ma di altri orpelli francamente non se ne sente la mancanza.
I tre monzesi regalano al pubblico vecchi successi, nuove composizioni, alcune cover, tra le quali spiccano le intramontabili ballate di Fabrizio De André (il “mercante di liquore” è una figura-cammeo di uno dei suoi brani, il personaggio solo accennato a cui il suonatore Jones chiedeva “tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?”).
Il concerto scorre come un fiume in piena; dopo il bis ancora una manciata di pezzi ed il finale, in piedi sotto il palco ad intonare in coro “soldatino canta canta, cavalli otto uomini quaranta” mentre i musicisti salutano e si rituffano nel buio del dietro le quinte: da brivido.
“El pueblo entiende la poesia…altrochè!”
Se i Mercanti sono stati una gradita conferma, per i Brikin Tree Quintet posso decisamente parlare di ‘scoperta’. Si esibiscono pochi giorni dopo nel cortile della chiesa di Castenedolo; partecipo al concerto quasi per caso, affascinato dai nomi di alcuni strumenti di cui nemmeno conoscevo l’esistenza (su tutti il bodhran, che scoprirò essere l’unica percussione dell’ensmble).
I cinque hanno piglio sicuro, agguantano violini, cornamuse, tastiere ed oggettistica varia ed ‘attaccano’: la musica irlandese incontra il jazz, la sperimentazione sonora, la ritmica martellante di certo folk d’oltreoceano…
È la loro straordinaria abilità a spiazzarmi, a tenermi incollato alla sedia per quasi due ore: l’intesa fra i musicisti è pressoché totale, la padronanza degli strumenti anche, basta un’occhiata e il violino lascia spazio alla cornamusa, al flauto, al pianoforte elettrico, in un intreccio emozionante di ballate e reels composti o riarrangiati dal gruppo stesso.
Le due formazioni di cui sopra (esibitesi rispettivamente l’otto e il dieci luglio) sono state ospitate dalla splendida rassegna “Acque & Terre festival”: per ulteriori informazioni sugli altri eventi in cartellone è possibile consultare il sito www.acqueterrefestival.it .
Fotografia di Anna Bologna
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SITO UFFICIALE: www.jetsetroger.it
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