Le ragioni dei dissidenti di Villanuova

Non conosce quasi sosta l’acceso dibattito fra le forze politiche di Villanuova. L’altroieri, per motivi personali e non politici, si � gi� dimesso uno dei nuovi assessori nominati a fine novembre: si tratta di Dario Bianchini, che ha lasciato tutti gli incarichi.
Ma i problemi sono ben altri. Il confronto si protrae da circa un mese, dopo che tutti gli assessori, a met� novembre, avevano rimesso al sindaco Ermanno Comincioli le rispettive deleghe in vista di un rimpasto (poi avvenuto).

Un rinnovamento diventato necessario a fronte delle nette divergenze emerse fra tre ex assessori in quota Ds (Alessandra Zerneri, Mercedes Garzoni e Ignazio Gereloni) e il resto del governo comunale, rappresentato da un altro esponente diessino e da due membri della Margherita (oltre al sindaco di area centrista).

Domattina alle 9 si riunir� il Consiglio comunale, e sar� una seduta senz’altro interessante.
Il cuore della disputa, lo ricordiamo, � di natura finanziaria, e vede le parti in campo contrastarsi sulle strategie da seguire per trovare i fondi per la ristrutturazione degli edifici pubblici danneggiati dal terremoto del 2004. Il problema risale per� a prima del sisma, ed � su questo che si stanno confrontando i tre �dissidenti� e il resto della maggioranza.

�Ci sono delle impostazioni nettamente differenti sulla politica di risanamento - spiegano i tre ex assessori -. Partiamo da un presupposto: Villanuova sta vivendo una crescita demografica costante, ed � assodato che entro pochi anni supereremo i seimila abitanti. Questo dovrebbe comportare scelte lungimiranti per fornire in futuro le strutture pubbliche necessarie ai cittadini. Per esempio la scuola elementare�.
�Ecco perch� - aggiungono i dissidenti - secondo noi � fondamentale che l’amministrazione piloti con attenzione il recupero di aree come quella dell’ex lanificio Grignasco, che sono il naturale ampliamento del centro storico, ponendo magari anche dei vincoli rigidi al settore privato nell’interesse di quello pubblico�.

Non c’� comunque solo l’ex fabbrica di Bostone al centro delle polemiche: �Prendiamo la questione legata alla vendita dello stadio - continuano i tre diessini -. Il sindaco ha garantito che non verr� ceduto prima della costruzione di un nuovo centro polivalente. Qui per� c’� un problema: nel 2006 Villanuova non rispetter� il patto di stabilit�, e questo impedir� al Comune di accendere mutui con le banche per il 2007. Con quali soldi verr� costruito il nuovo stadio?�.

�E non sarebbe forse meglio - aggiungono - dare la priorit� a edifici come le scuole piuttosto che al centro sportivo? E perch� la commissione di saggi che avevamo nominato ci consiglia di vendere il municipio - concludono gli ex -, e invece si continua a puntare al suo recupero? Se questa amministrazione � di centrosinistra, deve avere il coraggio di fare delle scelte di centrosinistra�.

da Bresciaoggi

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