24 Settembre 2008, 00.00
Valsabbia - C
Comuni trans-regionali

Voglia di Lombardia

di Ubaldo Vallini

Magasa e Valvestino hanno deciso per il Trentino? Bondone, in controtendenza, sta facendo un pensierino sull'opportunitŕ di diventare Comune Bresciano.
Una provocazione? Certo, ma circostanziata.

“Magasa e Valvestino hanno deciso per il Trentino? Niente paura, rimediamo trasferendoci noi in Lombardia”.
Battuta da bar? Presa in giro nei confronti dei cittadini dell’Alto Garda che nelle scorse ore hanno espresso il desiderio di cambiare regione.
Niente di tutto questo. A sostenere l’idea è Gianni Cimarolli, sindaco trentino di Bondone.

Stufo di sentirsi dire “voi avete i soldi... voi potete fare quello che volete...”, il primo cittadino dell’unico comune delle Giudicarie che si affaccia sull’Eridio non ci sta.
“Sono capace anch’io di guardare dall’altra parte – ci dice -. Con la storia dei Comuni di confine che vengono rimborsati per il disagio che devono sopportare dall’essere vicini a noi da una parte e dall’altra l’accordo di programma con la Regione Lombardia, che per la questione del lago d’Idro prevede il finanziamento di progetti di valorizzazione del territorio per più di dieci milioni di euro, ditemi un po’ voi quali sono i comuni ricchi e quali quelli poveri”.

Quarantuno anni, sindaco già da otto, la sua è una provocazione, ovvio. Però circostanziata. “C’è che si vuol far passare l’appartenenza ad un provincia autonoma come la nostra come la soluzione di tutti i mali e soprattutto buona per superare le ristrettezze di bilancio – afferma -. Una cosa per niente vera, specialmente se parliamo di piccole realtà municipali come quella che mi trovo ad amministrare”.
Non che in Trentino manchino le disponibilità finanziarie, questo non osa affermarlo, però assicura che non è più il paese dei balocchi come poteva sembrare alcuni anni fa e scogli difficili da superare ci sono anche da loro.

Fra questi le percentuali di finanziamento delle opere: “So bene quello che hanno dovuto sopportare negli anni i miei vicini, lungo le sponde bresciane del lago d’Idro – ci dice -. Ora però Stato e Regione Lombardia li stanno ripagando mica male e soprattutto finanziano le loro opere al 100%. Per noi non è così: quando decidiamo per un’opera pubblica veniamo sostenuti per il 70-80% e per il resto dobbiamo ricorrere a mutui che vanno a pesare sulla spesa corrente, che a sua volta fa leva su un budget triennale che si esaurisce alla svelta”.

Con le ultime legislature Bondone ha risolto molti problemi e di mutui ne ha accesi a sufficienza. Ora, come capita nelle migliori famiglie, è tempo di attendere momenti migliori prima di potersi indebitare di nuovo. Non tutto è oro quello che luccica, insomma, tanto più che i bresciani possono partecipare ad un bando europeo, rivolgersi alla Regione, in alcuni casi ottenere agevolazioni o benefici direttamente dallo Stato.

 A trasferire risorse ai Comuni trentini, invece, è solo ed esclusivamente la Provincia, con tutto quello che consegue riguardo alle autonomie decisionali. Anche nel settore privato l’erba del vicino trentino non sarebbe poi così verde: “La Provincia dispone molte risorse anche per l’avviamento di attività produttive, bisogna però calcolare quello che viene chiesto in contropartita, soprattutto in ordine ai controlli fiscali e regolarità di bilancio”.
Cimarolli, insomma, sta facendo bene i suoi calcoli e a sentire lui la possibilità che andare con Milano possa convenire, per Bondone, non è del tutto remota.


Commenti:
ID143 - 24/09/2008 00:00:00 - (franco.cocca) - Franco Cocca

Quando vado in vacanza in Trentino, non posso non notare comuni di qualche centinaio di anime con palazzi comunali enormi, lampioni di pubblica illuminazione con base in legno, la parte superiore in ferro battuto con appeso (sempre in ferro battuto) lo stemma del comune. Non parliamo poi di piste ciclabili con ponti sui torrenti in tensostrutture da non immagino nemmeno quanti milioni di Euro. Penso allora alla strada tanto agognata della valle Sabbia che si è fermata a Vobarno e non sappiamo quando e se ripartirà. Nei comuni di noi poveri bresciani valsabbini i lampioni sono arrugginiti perchè i bilanci consentono a malapena di mantenere l'esistente, a meno di far costruire oltre ogni esigenza case e villette a schiera. Fermo restando che la montagna va salvaguardata e promossa sia dal punto di vista turistico che ambientale, non sono ancora maturi i tempi in cui qualche privilegio delle regioni autonome vada ... rivisto e ripesato secondo esigenze del bene collettivo?

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