Un viaggio nella storia locale

Si è svolto martedì sera presso l’auditorium “C. Zane” di Gavardo il primo incontro del ciclo di conversazioni dal titolo “Come eravamo” organizzato dall’Assessorato alle attività Culturali e dalla Biblioteca Civica “E. Bertuetti” della cittadina gavardese.

Dopo un rapido saluto dell’assessore Marco Piccoli e della rappresentante della Biblioteca Comunale, che hanno ricordato come questa iniziativa rientri tra le attività culturali che si aggiunge ai molti altri eventi promossi dal Comune e che l’analoga svolta nell’anno precedente aveva riscosso un buon apprezzamento, la parola è passata al dott. Marco Baioni, direttore del Museo Archeologico di Gavardo, che ha esposto un interessante percorso sulla preistoria locale.

Dapprima ha illustrato il sito, scavato sotto la direzione del museo gavardese, nonchè i materiali ritrovati sulla Corna Nibbia di Bione, che si inquadra come luogo funerario; quindi è passato ad illustrare lo scavo che ha interessato in anni passati il villaggio di capanne ritrovato sul Monte Covolo e infine, si è soffermato sull’ultimo scavo che il museo sta conducendo presso il lago Lucone di Polpenazze dove è stato riportato alla luce un villaggio palafitticolo.

Successivamente ha preso la parola il noto studioso di storia locale dott. Marcello Zane, che ha effettuato un viaggio attraverso le generazioni gavardesi del passato per indagare le radici della comunità e recuperare così la consapevolezza di chi siamo. Ha quindi toccato i vari periodi storici che hanno visto Gavardo e il suo comprensorio protagonisti della storia locale e nazionale, il periodo veneto, quello napoleonico fino al Regno d’Italia per giungere alla prima e alla seconda guerra mondiale.

Ad ascoltare gli oratori erano presenti circa una trentina di persone che alla fine con un fragoroso applauso hanno dimostrato di aver apprezzato i contributi offerti.
Il prossimo appuntamento è fissato per martedì 21 ottobre quando si parlerà di dialetto con uno dei più esperti locali dell’argomento, Franco Liloni.

Antonio Tantari

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