San Lorenzo riemerge dalle macerie

Verr� riaperta al pubblico con la messa delle 11 prevista per marted� 26 dicembre, giorno di Santo Stefano che � anche il patrono della frazione di Nozza, la chiesa vestonese di San Lorenzo che si erge a Promo.

La chiesa era stata chiusa all’indomani del terremoto che ha sconvolto il Garda e la Valle Sabbia nel novembre del 2004. La violenta scossa l’aveva gravemente colpita al pari di altri edifici di culto e questo sar� il primo ad essere riaperto in Valle Sabbia dopo un intervento di una certa consistenza.

Oggetto dell’intervento portato a termine dagli esperti della Gida Group srl, infatti, sono stati disassamenti importanti nei muri che sono arrivati a misurare undici centimetri e che erano diventate vere e proprie feritoie dalle quali stando all’interno era possibile vedere al di fuori dell’edificio.
E non solo quelli: gli addetti si sono dedicati anche al consolidamento della volta e al “risarcimento” di numerose lesioni forse meno evidenti, ma altrettanto perniciose per la solidit� dell’intera struttura. Opere di ingegneria architettonica in seguito alle quali, in alcuni punti e soprattutto all’interno della chiesa, si � reso necessario anche l’intervento di alcuni restauratori.

Un lavoro che si � rivelato provvidenziale, come ci ha confidato l’ingegner Filippo Filippini, responsabile di Gida: “Lo scorso 20 ottobre, quando la terra in Valle Sabbia ha ripreso a tremare con epicentro qui a Vestone � ci ha detto -, avevamo da poche ore ultimato un intervento di consolidamento statico senza il quale avremmo certamente registrato ulteriori crolli e importanti cedimenti”.

Nel caso dei luoghi di culto come questo la regione ha deciso di rimborsare il 70 per cento dei danni causati dal terremoto, che nel caso vestonese diventano il 38% dell’intera somma necessaria. Il progetto che ha previsto di spendere quasi 600 mila euro, infatti, ha contemplato anche la sistemazione di ferite che sono state inflitte alla struttura dal tempo, piuttosto che dal sisma di due anni fa.

Soddisfatto della conclusione dei lavori � don Luigi Bellini, il parroco di Vestone: “Non � stato facile all’indomani del terremoto orientarsi sulle operazioni da eseguire per rimettere in sesto la chiesa di Promo � ci ha detto -. Abbiamo dovuto affidarci alle capacit� degli esperti della Gida e alla fine ci siamo trovati bene. In particolare le difficolt� sono state quelle relative alla progettazione dell’intervento e quelle burocratiche di collegamento fra le “Belle Arti” di Milano e le ditte impegnate nel restauro”.

“Ora ci ritroviamo in groppa un bel debito, quasi 300mila euro � ha aggiunto don Luigi che confida nella sensibilit� dei parrocchiani, oltre che nella nella Provvidenza, per estinguere il debito -, ma ne � valsa la pena”.

Le origini del capolavoro ritrovato risalgono al primo Medioevo quando a Promo vennero edificati una cappella e un ricovero per i pellegrini, nei pressi di un importante via di comunicazione che univa la pianura con le regioni del Nord, laddove si ergeva il centro della antica Vestone.
Riccamente affrescata, la chiesa possiede unaa torre campanaria con quattro bifore che risale al Cinquecento, una delle ultime rimaste sul territorio.

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