Un saporito presidio

Con una decine di preziose forme, un paio delle quali ridotte a scaglie per migliaia di assaggi, per la terza volta consecutiva sua maestà il Bagòss è rotolato in Piemonte, per partecipare allo slow food di Torino che ha chiuso i battenti lunedì scorso.
“Una grande vetrina internazionale con 2500 giornalisti accreditati di tutto il mondo alla quale il nostro formaggio non può certo mancare” ci ha detto l’assessore bagosso Giovanni Giacomolli, al termine del suo turno di tre giornate in fiera trascorse in compagnia dell’amico Gilberto e di Gianfranco Flocchini dell’azienda agricola biodase che ad Avenone di Pertica Bassa coltiva frutti di bosco.

Del resto il formaggio Bagòss è uno dei 177 presidi nazionali slow food, per di più fra i primi ad esserci.
Un prodotto da salvaguardare e da far conoscere: il marchio offerto quest’anno da slow food per i suoi presidi lo aiuta a mantenersi su questa strada. I prodotti scelti da slow food per rappresentare col cibo la biodiversità, in Lombardia sono solo cinque: accanto al bagòss ci sono altri formaggi che sono il bitto, il fatulì ed il panerone di Lodi, poi un insaccato come il violino di capra della Valchiavenna.

Dalla rassegna torinese al libro: “Presto a Brescia e a Milano, sempre insieme a Slow food, presenteremo una nuova pubblicazione su Bagolino e il suo formaggio, con stupende fotografie, ricostruzioni storiche e raffinate ricette – aggiunge Giacomolli -. Lo si potrà trovare in tutte le librerie”.
Ogni volta che il bagòss si muove, lo fa portando con sé e facendo conoscere lontano la tradizione e le peculiarità di tutta la Valle Sabbia.

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