La strage degli abeti rossi

Sono 5.000 le piante di abete rosso che verranno presto abbattute dalla Comunit� montana di Vallesabbia, tutte situate nel territorio di Bione, nei boschi di propriet� comunale.
Una strage necessaria, purtroppo.

Si tratta di piante attaccate dal bostrico, un coleottero parassita dal nome �Ips typographus�.
Di colore bruno scuro o nero lucido, la misura compresa tra i 4 e i 5,5 millimetri, l’animale in primavera penetra nella corteccia dell’abete rosso, colonizza l’albero e lo infesta, scava gallerie sotto la corteccia nelle quali depone le uova (fino a 100 per ogni femmina), e cos� finisce per uccidere la pianta �ospite�.
L’abete rosso colpito presenta ingiallimenti ed arrossamenti della chioma, rosura ai piedi della pianta (provocata dall’azione scavatrice delle larve color bianco latte e con capo bruno scuro, lunghe sei millimetri), sollevamento della corteccia, per finire col disseccamento totale e la morte.

Gli alberi da abbattere, ben cinquemila, sono infatti quasi tutti gi� morti, o comunque condannati.
Ma restando l�, secchi costituiscono un pericolo per il bosco: possono cadere travolgendo piante sane, e soprattutto favorire il diffondersi degli incendi.
Ecco perch�, dopo una serie di sopralluoghi compiuti negli ultimi mesi, con una spesa complessiva di 43.000 euro la Comunit� montana ha ricevuto dalla Regione il via libera per abbattere ben 5.000 abeti rossi morti o malati, che verranno tagliati.

Si tratta di un intervento selviculturale di recupero di boschi colpiti da avversit� �naturali�. Intervento che, pur essendo di natura fitosanitaria, � a tutti gli effetti un taglio che si concluder� con il commercio del legname, visto che l’abete rosso �bostricato�, anche secco, � utilizzabile come legna da ardere.

Bione dispone sul proprio territorio, costituito da 1756 ettari totali, di 681 ettari di boschi. �Ad essere ammalati sono non solo gli alberi del Comune - spiega il sindaco Giovanni Maria Marchi - ma anche quelli che appartengono a privati.
Ma questa operazione di taglio (definita �intervento selviculturale per il contenimento della pullulazione di Ips Typographus�), pur se eliminer� ben 5.000 piante, riguarder� solo l’abete rosso di propriet� comunale. Bisogner� poi pensare ad una nuova coltura alborea che consenta di ripopolare il bosco, attraverso la piantumazione di faggio, castagno ed altre piante�.

Ma cos’� avvenuto che ha fatto cos� proliferare il bostrico? Anche i mutamenti climatici hanno forse influito.
�Il parassita in questione - spiegano gli addetti ai lavori - � di tipo secondario, e perci� colpisce alberi gi� sofferenti. Ora, con l’innalzamento di circa un grado e mezzo della temperatura media, da un lato il bostrico non muore, e dall’altro l’abete rosso soffre e, forse per ragioni ambientali e climatiche, si indebolisce.
Questo rende al contempo forte il parassita che � cos� in grado di attaccare anche popolazioni sane di abete e sterminarle�.

Massimo Pasinetti
da Bresciaoggi

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