«Per San Martino, castagne e buon vino»

L’“Estate di San Martino” quest’anno è giunta qualche giorno in anticipo rispetto al giorno in cui si festeggia il “santo del mantello”. Infatti i giorni scorsi sono stati particolarmente miti, mentre da oggi si prevedono rannuvolamenti e piogge.

L’11 novembre la Chiesa celebra questo santo che la tradizione vuole legato al gesto caritatevole nei confronti di un povero vecchio infreddolito, al quale donò metà del suo mantello. La leggenda narra che dopo questo dono ricomparve un sole caldo come in estate. Per questo si chiama l'estate di San Martino quel periodo agli inizi di novembre in cui spesso accade che la temperatura si faccia più mite.

In Valle Sabbia San Martino è festeggiato a Treviso Bresciano, dove è il santo patrono, a cui è dedicata la chiesa parrocchiale, edificata nella prima metà del Settecento, dall’ampio e caratteristico porticato. Al santo del mantello è dedicata anche la chiesa parrocchiale di Cecino di Degagna, frazione di Vobarno, eretta nel ’600.

Nel passato, la data dell'Estate di San Martino, soprattutto in alcune zone del nord, coincideva con la fine dell'anno lavorativo dei contadini. Alcuni di loro, che non vedevano riconfermato il loro lavoro per l'anno successivo, perdevano vitto e alloggio e dovevano poi traslocare per cercar lavoro altrove. Nelle città rimase quest'usanza, per cui si era soliti traslocare proprio per San Martino; da qui il detto di "fare San Martino", per indicare il trasloco.

Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino novello, che solitamente viene abbinato alle prime castagne. Questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata appunto San Martino, riportata in musica qualche anno fa da Fiorello.

In foto la parrocchiale di Treviso Bresciano dedicata a San Martino da Tours

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