Dialogo genitori figli e un approccio pragmatico

Si è concluso giovedì scorso a Vallio Terme un percorso formativo rivolto ai genitori di ragazzi in età adolescenziale sulla comunicazione fra genitori e figli, in particolare su come parlare con loro del problema droga, un tema sempre di attualità.

Le serate sono state organizzate dall’associazione “Mandacarù 2” di Gavardo, con il sostegno del comune di Vallio Terme. Sono intervenuti alcuni operatori della cooperativa “Il Calabrone” di Brescia, che gestisce alcuni centri di recupero per tossicodipendenti e persegue attività di prevenzione sul territorio. Nell’ultimo incontro è intervenuto il dott. Massimo Ruggeri, sociologo dell’area prevenzione della cooperativa che condotto la serata con l’ausilio di filmati e di slide.

Il dott. Ruggeri ha intitolato la serata “Se ne parli” perché è importante mettere in guardia i ragazzi dal rischio non solo dell’uso delle sostanze stupefacenti, ma anche del consumo smisurato dell’alcol, in forte crescita fra i giovani.
Nella presentazione ha evidenziato come il problema dell’uso delle sostanze sia cambiato parecchio negli ultimi anni: dall’eroina che mieteva vittime negli anni 80 si è passati a un consumo maggiore di cocaina, marijuana e altre droghe sintetiche negli anni 2000. Ha inoltre illustrato alcune statistiche che mostrano come non sia vero che chi fa esperienza delle droghe leggere cada poi nella dipendenza, smentendo anche la supposizione che dal fumo si passi quasi sicuramente ad altre sostanze più pesanti.

Ciò che è parso evidente dalla sua esperienza è un approccio non moralistico alla questione, considerando che nella società in cui viviamo l’incontro con le sostanze stupefacenti è tutt’altro che raro.
Il contesto sociale attuale l’ha descritto come “società multisala”, dove ci sono tante opportunità e dove si è costantemente bombardati da messaggi pubblicitari che invitano tutti (non solo i giorvani) a usare delle sostanze (lecite in questo caso) per essere “fighi”, in particolare quelli di bevande alcoliche o energizzanti.

È un dato di fatto che nella nostra società circolino molte sostanze e tanti ragazzi le provino. Nella stragrande maggioranza sono episodi sporadici, esperienziali, tipici dell’adolescenza, un’età nella quale si è curiosi di provare nuove esperienze e si è fortemente condizionati dal gruppo di amici, oppure un’esperienza che si protrae per qualche tempo. Ciò non porta, per fortuna, alla dipendenza, che secondo il dott. Ruggeri è dovuta alla concausa di tre fattori. Innanzi tutto dal tipo di sostanza, che porta effetti diversi nel corpo di chi la assume; poi dalla persona, dal suo stato di salute, dal sesso, dall’età, dal suo fisico; infine dal contesto nel quale un ragazzo si trova ad assumere sostanze.

Da qui l’importanza di parlare ai ragazzi dei rischi che corrono quando usano sostanze, alcol compreso, e la necessità di mettersi anche dal punto di vista dei giovani che cercano sempre di vivere nuove esperienze. Ha usato proprio la metafora del ponte che unisce le due rive, rappresentate dai due diversi punti di vista: da chi considera l’uso di sostanze parte della propria esperienza di vita e chi invece se ne tiene ben distante o non sente la necessità di farne uso. Un approccio non moralistico e molto pragmatico di considerare la questione droga oggi.

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