11 Febbraio 2009, 00.00
Sabbio Chiese
L'opinione

Dei genitori e dei figli

Caro direttore,
con un po' di sgomento leggo il suo articolo, nel quale scrive che i ragazzini non sono da ritenere mostri, ma bensi’ vivaci e uguali agli altri... commenta un lettore.
Forse non mi sono spiegato bene. Ci riprovo.

Caro direttore,
con un po‘ di sgomento leggo il suo articolo, nel quale scrive che i ragazzini non sono da ritenere mostri, ma bensi’ vivaci e uguali agli altri… beh, non mi sembra affatto che tutti gli altri adolescenti si comportino nella stessa maniera…. Io, personalmente, non l’ho mai fatto e non mi e’ mai passato per la testa….. e nemmeno ai miei amici….
Mi scuso se forse non sono riuscito a cogliere, nella sua frase, una vena ironica, ma sinceramente, cercare di capire o giustificare o sminuire il comportamento di questi delinquenti, mi sembra proprio fuori luogo.

Probabilmente non ha provato a mettersi nei panni della ragazza o dei suoi genitori…. Io al solo pensiero che mia figlia subisca una tale violenza, le assicuro che non potrei mai perdonare queste persone, e mi arrabbierei molto nei confronti di chi assume questi atteggiamenti ipocriti e da finti buonisti.
Il perdono e la comprensione la si da a dei ragazzi che giocando a calcio rompono un vetro di un auto, o a chi involontariamente fa una riga ad un auto, non a ragazzi, che compiono atti di inaudita violenza, con premeditazione e addirittura filmandosi con i telefonini….

Gli errori vanno pagati a qualsiasi eta’ vengano commessi, non perche’ frequentano l’oratorio, devono essere trattati meglio di chi frequenta altri ambienti, perche’ quella povera quattordicenne avra’ per tutto il resto della sua vita un ricordo orribile che la ossessionera’, ogni volta che li incrocera’ per strada.
Per questo sarei favorevole a pubblicare sui media, foto con nomi e cognomi, dei componenti del branco, in modo che anche loro rimangano “marchiati” per il loro atto e anche perche’ e’ giusto che si conosca chi sono veramente i ns. vicini di casa o i compagni di banco dei ns. figli.

Mi spiacerebbe per i genitori, che sicuramente ne erano ignari e purtroppo ne verrebbero coinvolti direttamente. Ma comunque non mi sembra giusto perdonare i loro figli o nasconderli...
Concludo dicendo, che sono consapevole che il perdono e’ importante e non e’ bello puntare il dito verso i colpevoli, ma purtroppo i fatti evidenziano, ormai quotidianamente, che se non si inizia ad adottare un comportamento diverso, piu’ rigido e severo verso i violenti, non si riuscira’ mai a migliorare questa situazione .

Saluti, Francesco.

Così mi scrive Francesco.
Evidentemente non sono riuscito a farmi capire con quanto ho scritto in quell’articolo.

Sgomberiamo subito il campo da un’equivoco: lungi da me invocare il perdono per chi ha commesso fatti di nefandezza assoluta. Non è una cosa che mi compete: ci sono leggi, c’è Dio, ci sono coloro che interpretano le une e l’altro e sono anche troppi.
Nel mio articolo semplicemente riportavo il clima che si legge a Sabbio Chiese, almeno fra coloro che incontri per la strada.

Quello che invece mi va di affermare con forza e che poco si concilia con quanto dice Francesco è questo: siamo proprio sicuri che tutto possa essere risolto mettendo alla gogna tre o quattro quattordicenni da punire in modo esemplare? O peggio, marchiandoli perché nessuno possa dimenticare quello che hanno fatto?
Io non so quanti anni hai Francesco.
Loro ne hanno QUATTORDICI.

A quell’età non ci si ubriaca, crescono i brufoli a causa della sessualità repressa e semmai si diventa rossi di vergogna nell’approccio con l’altro sesso, più o meno.
Se così non è, se il branco agisce in quel modo come ha agito a Sabbio, c’è qualche cosa che non funziona e che, a mio modo di vedere, dipende poco dal singolo ragazzino che tu vorresti sbattere sul giornale.
Per quel che ne so io quei quattro, due giorni prima del fattaccio, anche tu avresti detto che erano come tutti gli altri del paese.
Pensa un po’: facevano le festine in casa di uno di loro e si erano organizzati per una sorta di cassa comune per le vettovaglie. Per lo più alcolici, si è scoperto poi, ma i genitori erano contenti perchè almeno non erano in giro a far danni.

Qui sta la gravità del fatto, nella estrema normalità, almeno apparente, dei loro comportamenti. Specie se ci aggiungi che nessuno dei quattro o cinque si è dimostrato consapevole di quanta aberrazione hanno agito.
Perché allora si è scatenata l’”anima nera” che hanno dentro? Questa è la domanda.
Possiamo anche ribaltare il concetto: cos’è che frena le più sfrenate fantasie facendo in modo che rimangano tali, fantasie appunto? Ci hai mai pensato?
Sono le inibizioni che ogni società struttura per essere considerata civile.

Capisci allora che è troppo comodo a questo punto mettere la testa sotto la sabbia e credere che tutto il marciume che ci circonda dipenda solo e sempre dagli altri al di fuori di noi. Questo vale sempre, fiquriamoci con dei soggetti a "responsabilità limitata" come lo sono i ragazzi non ancora maggiorenni.
Ci siamo dentro tutti e fino al collo quando dei ragazzini quattordicenni si comportano a quel modo: il politico che si sente al di sopra della legge, l’amministratore che ruba impunito, l’insegnante che non fa il suo dovere, il giornalista che non scrive ciò che è scomodo perchè non fa vendere giornali e invece crea problemi coi potenti, che sono sempre i più furbi, mai i più virtuosi o i saggi.

C’è dentro fino al collo il genitore che riempie di soldi le tasche dei propri figli, o di cose la loro esistenza, perché non è capace di dare loro affetto e presenza di qualità.
C’è dentro fino al collo l'insegnante che non ama ciò che insegna e tanta della nostra televisione, idiota che più idiota non si può, col Grande Fratello, gli Amici di Maria, la Talpa...
e potremmo andare avanti così per chilometri di parole.

Fino al collo, alla fine, ci sei dentro anche tu che pur inconsapevole riporti le falsità scritte dai giornali, tipo che delle sevizie a quella disgraziata di ragazzina esistono filmati fatti col telefonino.
Non che questo sminuisca il dramma, ma è assolutamente falso, anche quello fa parte degli stereotipi, tanto per dare un po’ di colpa anche alla tecnologia.

Per fortuna, aggiungo, la legge tutela i minori e impedisce che vengano diffuse le generalità di questi disgraziati, che devono essere recuperati, non gettati nel pozzo.
Vedi: anche la giustizia in qualche modo sommaria e molto “mediatica” che tu auspichi fa parte di questo tempo, quello che si merita figli così.
 A questo punto come dare torto a don Giovanni quando afferma che sarebbe un grave errore prendersela con quei quattro (per i quali la giustizia deve fare il suo corso, beninteso, sennò mi scrivi ancora che sono buonista e che li voglio perdonare).
Bisogna in qualche modo approfittare di questa brutta, bruttissima vicenda, per capire che non possiamo andare avanti a questo modo, ballando su una nave alla deriva.

Ubaldo Vallini


Commenti:
ID265 - 11/02/2009 00:00:00 - (tonni.l) - Tonni

Completamente daccordo

ID266 - 11/02/2009 00:00:00 - (ziogian) - Gian

Bravo Ubaldo, sono d'accordo con te al 100%.

ID271 - 12/02/2009 00:00:00 - (david) - david

Caro direttore, la colpa è di tutti. Le scrivo in merito ai gravi fatti avvenuti a Sabbio nei giorni scorsi. La colpa è di noi animatori degli adolescenti; abbiamo cercato di trasmettere il messaggio giusto ai nostri ragazzi ma ci siamo arresi troppo presto quando abbiamo visto che era inutile, che non dava frutto. E’ anche vero che è difficile che la nostra proposta sia ascoltata dato che è l’esatto contrario di come va il mondo. Ma abbiamo fallito perché anziché insistere ci siamo scoraggiati davanti alle scarse presenze ai nostri incontri. La colpa è di noi catechisti perché ci siamo rassegnati davanti allo scarso interesse dei nostri ragazzi per il vangelo. Impotenti assistiamo a situazioni dove bambini non hanno più rispetto di niente e nessuno. La colpa è nostra perché raramente siamo capaci ti trasmettere e testimoniare la nostra fede nella vita di tutti i giorni. La colpa e degli insegnanti che fanno fatica anche loro a trasmettere i valori. Ma la loro colpa è limitata perché se si permettono di rimproverare un ragazzo rischiano di essere aggrediti dai genitori. (vedi caso della periferia di Milano.) E, secondo lei, non è anche colpa di una comunità dove i bravi ragazzi sono visti dai coetanei come noiosi, amorfi, sfigati e banali? Una comunità giovanile dove quello che conta sono i soldi e il possesso di beni materiali. La colpa è dei giornalisti sempre pronti a raccontare con soddisfazione episodi di violenza e ad accentuarne i fatti fino ad arrivare ad inventarsi le cose. Non raccontano mai le belle iniziative che i ragazzi sono capaci di proporre e portare avanti con entusiasmo. La colpa è dei politici che danno sempre meno importanza e spazio al mondo dei giovanile e ai suoi problemi. Non hanno ancora capito che i giovani sono il nostro futuro. La colpa e delle televisioni che trasmettono programmi al limite della pornografia a tutte le ore della giornata (vedi grande fratello). Poi gli adulti si chiedono come mai per un ragazzino sia normale e lecito giocare con il sesso. Ho l’impressione che pochi vogliano realmente bene agli adolescenti. Per molti questi ragazzi sono solo un problema, un disturbo. Non hanno più davanti adulti che siano loro d’esempio, capaci di insegnare la morale. Si sa che quando si vive senza morale e senza regole tutto diventa normale, permesso e lecito. In realtà quasi tutti i giovani hanno degli ottimi ideali, devono solo trovare un mondo adulto capace di dare loro spazio e fiducia. Purtroppo sono ben poche le realtà sul territorio che permettono questo e l’oratorio è una di queste. Purtroppo manca una collaborazione tra chiesa e scuola che potrebbe portare molti frutti se si riuscisse a lavorare insieme. Preghiamo il Signore affinché la sua parola ritorni nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, ci guidi nel trovare il giusto stile di vita e ci aiuti nella difficile sfida educativa che spetta a tutti. David

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