08 Marzo 2009, 00.00
Vobarno
Ricostruzione

Il punto con don Giuseppe Savio

di Ubaldo Vallini

Proseguono i lavori per la sistemazione degli edifici di culto ed ecclesiastici a Vobarno, lesionati dal terremoro del 2004. Così anche la ricerca dei fondi necessari: per la Parrocchiale le offerte sono completamente detraibili.

“Architetti, tecnici di ogni genere, banche... tutti i giorni così. Non ne passa uno senza che mi tocchi di frequentare almeno un paio di cantieriâ€. Se stesse andando in bicicletta, per don Giuseppe Savio si tratterebbe di Giro, Tour e Vuelta tutto insieme. Invece, assunto l’incarico da un anno e mezzo, si sta occupando della ricostruzione post terremoto.
E la faccenda è ancora più complicata.

C'è da fare tutti i giorni

“Non c’è chiesa o edificio parrocchiale che non abbia subito danni, qui a Vobarno – ci dice -. Bisogna seguire i lavori di ristrutturazione con estrema cura, se alla fine vogliamo che tutto torni a postoâ€. Pronto a snocciolare dati? Da dove cominciamo? Da Pompegnino, che la scossa l’hanno sentita più forte che altrove: “Quelle campane sono finalmente tornate al loro posto e i lavori, fra mille difficoltà e peripezie stanno andando avanti – ci dice il don -. Struttura da consolidare, intonaci, impiantistica... abbiamo chiesto alla Sovrintendenza il permesso di allargare un po’ la sacrestia che è veramete angusta. Noi in due o tre mesi pensiamo di finire, se per allora avremo una risposta interverremo anche lì altrimenti aspetteremo, come dovremo aspettare per la sistemazione del sagratoâ€.

Dalla periferia al centro
Poi cosa c’è. Tenendo il giro largo c’è Carpeneda, parrocchiale “ereditata†da don Giuseppe solo pochi mesi fa: “In questo caso praticamente si era spostato il tetto tutto insieme ed è stato uno dei primi interventi. Resta ancora da finire il restauro dell’organo, ci vorranno un paio di mesi, poi potremo ritirare il saldo del contributo per la ricostruzioneâ€.
Andiamo avanti? L’elenco è ancora lungo, tanto che c’è il concreto rischio di dimenticare qualche chiesa. Grazie anche alla “Cordata per San Roccoâ€, che ha contribuito con simbolici mattoni da 50 euro ciascuno, è tornato agibile il santuario del ‘500, anche se il cantiere è rimasto aperto per i lavori sul Centro Sociale, più complessi del previsto.

Poi c'è la parrocchiale
L’intervento più complicato, però, sembra essere quello che sta interessando la parrocchiale dedicata all’Assunta, che da qualche tempo è ingabbiata dai ponteggi: “Siamo partiti con i lavori di consolidamento strutturale e antisismico e con il rifacimento del tetto. L’obiettivo era quello di terminare velocemente la ristrutturazione esterna per poi cominciare quella interna – ci dice il parroco -. Poi sono cominciate le note dolenti, perché oltre alle crepe nelle pareti i tecnici hanno individuato ripetuti sfondamenti del pavimento, da rifare anche quelloâ€.

Lievitano i costi
Già che ci siamo non vuoi approfittarne e posare un nuovo riscaldamento a pavimento? Coi permessi necessari si può fare anche quello, ma costa un sacco di soldi, tanto che lo “sforamentoâ€, rispetto a quanto i fondi per la ricostruzione sono disposti a risarcire, si aggira sul milione di euro.
“Ci è venuta incontro la Sovrintendenza, dichiarando il bene di interesse storico, così eventuali donazioni da parte delle aziende sono interamente deducibili†aggiunge don Giuseppe Savio, rammaricandosi del fatto che un’occasione simile non si sia presentata un paio di anni fa: “Con la crisi che ci ritroviamo adesso non so quante e quali aziende avranno la possibilità effettiva di darci una manoâ€.

Una mano la dà il Gripp
Da una parte i cantieri da gestire, più di quelli che siamo riusciti ad elencare, dall’altra la necessità di trovare fonti di finanziamento.
Attività quest’ultima che viene sostenuta dal Gripp, acronimo che sta per Gruppo di riferimento iniziative pro parrocchia, sodalizio che da qualche tempo si occupa di organizzare proposte in gradi di raccogliere fondi.
Appelli alla solidarietà che hanno cominciato a dare i loro frutti, con piccoli e grandi segnali di disponibilità a contribuire da parte dei parrocchiani.
 Un’impresa che ad ogni modo è ancora lontana dall’essere conclusa.


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