07 Maggio 2009, 00.00
Gavardo
Lettere

Un grazie alla sanitĂ  pubblica

Sulla sanitŕ pubblica si puň contare e si deve investire. Matteo e Chiara ci raccontano dell'ospedale di Gavardo. Di che č stato loro vicino in un momento difficile nella vita di coppia e di famiglia. Di quel che si dice e di quel che si fa.

Quando in Italia si parla di sanità pubblica, viene spontaneo pensare ai tantissimi casi di malasanità, o all’assenteismo generalizzato, o ancora ai lunghissimi tempi di attesa per semplici visite o esami ambulatoriali.
Quando qui a Brescia e provincia si parla di bimbi che nascono all’Ospedale di Gavardo, il discorso più frequente suona più o meno così: “Sono fissati del parto naturale, una mia amica è stata abbandonata per ore a soffrire… e non parliamo del fatto che, dovesse il bambino avere problemi, non hanno una struttura adatta a curarlo e lo mandano a Brescia o a Bergamo…”.

Lo scorso 25 marzo all’Ospedale di Gavardo è nata la nostra secondogenita, affetta da Sindrome di Down, con problemi respiratori e alcune cardiopatie; non avendo fatto alcun esame diagnostico prenatale, per noi si è trattato di un fulmine a ciel sereno.
Presi questi tre ingredienti e mescolati nel calderone del “pensiero comune”, ne verrebbe fuori un quadro quantomeno agghiacciante… e invece…

Il parto è stato seguito con cura e attenzioni straordinarie da un’ostetrica della struttura, ed è avvenuto in modo del tutto naturale, con qualche complicazione finale prontamente affrontata e risolta da lei e dalla sua collega; non sono serviti tagli, ventose, induzioni di sorta, né si sono resi necessari punti di sutura dopo la nascita della bimba… è bastato aspettare, sotto la guida discreta e attenta dell’ostetrica.
Naturalmente la bimba, a causa dei suoi problemi, è andata quasi immediatamente in crisi respiratoria, ed è subito stata portata in una culla termica iperossigenata, nella quale è rimasta per i successivi 17 giorni; da qui abbiamo conosciuto anche il personale del Reparto di Pediatria/Neonatologia.

Ci sarebbero tante cose da raccontare, ma vogliamo soffermarci sull’attenzione e l’umanità con cui il primario ci ha spiegato la situazione, sulla costanza con la quale lei e i suoi collaboratori ci hanno tenuti informati, sulla disponibilità di tutto il personale dei due reparti (Ostetricia/Ginecologia e Pediatria/Neonatologia) per facilitarci le visite e il contatto con la bambina, e infine sulla professionalità con la quale sono state gestiti e organizzati esami e controlli.
Per una volta non serve ringraziare “quella” persona in particolare che si è presa a cuore la situazione, ma piuttosto tutte le persone che abbiamo incontrato, perché hanno dimostrato che sulla Sanità pubblica si può contare e si deve investire; bastano le persone giuste al posto giusto e l’eccellenza diventa un fatto pubblico e non solo privato.


Matteo Bacchetta e Chiara Scalmana - Gavardo


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