Alessandro Monti, chi era costui?

Il Liceo “Enrico Fermi” di Salò torna a far sentire la sua voce con una pubblicazione dedicata alla figura del patriota bresciano Alessandro Monti. Si tratta di uno studio voluto dalla Commissione “Comenius Europa” (il gruppo di lavoro che si occupa di tutte le iniziative di valenza europea):

«Alessandro Monti – ci dice il professor Fabrizio Galvagni, curatore dell’iniziativa – è una figura importantissima del Risorgimento bresciano: vita breve ma intensissima (morì a soli trentasei anni) guidò la Legione italiana che combatté a fianco della nazione ungherese nel 1849».

La classe che ha dato corpo al progetto è la III F delle Scienze Sociali che, proprio durante la gita a Budapest, “ha scoperto” che nel giardino del Museo Nazionale Ungherese vi è un busto bronzeo dedicato all’eroe bresciano. Ci racconta la studentessa Lucia Mora:  «La vicenda si è fatta davvero intrigante quando siamo venuti a sapere  che una copia di questo stesso busto la possiamo vedere a Brescia, nei giardini di Viale Venezia. Tanto ci è bastato a farci incuriosire ed appassionare alla figura di questo uomo straordinario». 

Alessandro Monti, infatti, dopo aver combattuto tra i volontari nella prima guerra di indipendenza ed essere stato costretto a rifugiarsi in Piemonte, fu inviato proprio in Ungheria come ambasciatore; vi giunse, con un viaggio avventuroso, nella primavera del 1849. Lì gli venne chiesto di porsi alla guida della Legione italiana, che guidò prima sul campo e poi, dopo la vittoria della reazione, nel lungo e drammatico rientro in patria. 

Ma che c’entra il Comenius – Progetto europeo che vive di viaggi e di scambi culturali – con la storia locale? «La nostra Commissione – ci risponde la prof.ssa Bissolati, che ne è la coordinatrice – non trascura nessuna iniziativa che possa, in un modo o nell’altro, favorire la crescita di una coscienza europea tra gli studenti ed ha promosso questo lavoro anche in vista della partecipazione al Concorso “Il filo di Arianna”, che ci chiedeva di coniugare appunto storia e realtà locali con la dimensione europea». 

Il quaderno, elegante volumetto di una quarantina di pagine, è corredato da un buon apparato iconografico, dove trovano posto dei veri e propri “pezzi rari” scovati dai ragazzi e dal loro insegnante nel corso dello studio.

«È una cosa che mi riempie d’orgoglio – scrive la Preside nell’introduzione – il fatto che i nostri studenti abbiano saputo cogliere l’alto valore ideale dell’incontro di popoli diversi al servizio di cause e principi comuni».

Non possiamo che prenderne atto e rimanere in attesa naturalmente del prossimo quaderno.

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