11 Febbraio 2007, 00.00
Pertica Alta
Odeno

S. Apollonio restaurata grazie ad un lascito

Sorprende, nel bel mezzo del pomeriggio domenicale, il suono delle campane che invitano alla messa. Le 16 del giorno di festa sono orario più consueto alla gita, alla partita di calcio, al gioco dei bambini...

Sorprende, soprattutto chi è abituato ai ritmi e ai riti della città, ascoltare, nel bel mezzo del pomeriggio domenicale, il suono delle campane che invitano alla messa.
Le 16 del giorno di festa sono orario più consueto alla gita, alla partita di calcio, al gioco dei bambini.
Ma non a Odeno di Pertica Alta (Valsabbia), dove, a quell’ora della domenica, se si percorre il sentiero che sale lungo il poggio, dominato dall’antica chiesetta di Sant’Apollonio, riedificata nel ’600, puntualmente ci si imbatte in una frotta di devoti valligiani - anziani, giovani, ragazzini, intere famiglie -, lì richiamati dal festoso scampanìo che annuncia la messa e l’atteso sermone di don Tonino, parroco delle Pertiche più prossime alla Valtrompia.

Ma ancor più sorprende, ci pare, la bella storia, recente, della chiesa, dedicata al primo vescovo bresciano, patrono della piccola borgata valsabbina (una cinquantina di persone in tutto), che si festeggia il 7 luglio.
Eccola in breve. L’edificio, acciaccato dal peso degli anni, è ora sotto restauro: una energica cura ricostituente, che sarà completata per l’estate. Nulla di straordinario, se non fosse per il fatto che l’intera operazione è resa possibile dal generoso lascito di una parrocchiana, Caterina Brescianini, passata a miglior vita, un paio d’anni fa. Emigrò in Svizzera per trovare lavoro. Là fece fortuna come apprezzata e ricercata stilista. Ora riposa nel piccolo camposanto di Odeno.

«Un lascito cospicuo, un gesto munifico» commenta il sindaco Denis Zanolini.
«Sono i risparmi di una vita», confida un giovane. «La signora Caterina era nubile» viene precisato da un altro.
Naturalmente ha provveduto ai nipoti. Ma i suoi legami col paese sono sempre stati molto forti e perciò ha pensato un po’ a tutti attraverso il lascito per la chiesa. Ha vincolato parte dell’eredità ai lavori di restauro di Sant’Apollonio al quale era molto devota.

C’è dell’altro. Quei soldi serviranno anche a sistemare la strada che sale alla chiesa.
Don Antonio Zatti, meglio noto come Don Tonino, nativo di Zone, dopo una decennale esperienza missionaria in Uraguay, dal 2002 è parroco di questo lembo di Valsabbia.
Il sacerdote rimarca la generosità della signora Caterina e mostra compiaciuto i risultati dei lavori di restauro sin qui realizzati: le opere in muratura, le pareti rinfrescate, l’organo e l’antica cantoria come fossero nuovi e il moderno orologio del campanile, ora governato dal computer. Che dà il la al festoso annuncio domenicale, invito all’incontro nella chiesa di Sant’Apollonio dove presto una targa ricorderà la sua parrocchiana, devota e benefattrice.

esseci
dal Giornale di Brescia


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