31 Luglio 2009, 06.05
Valsabbia
Comunità montana

Il perchè di Stefano Gaburri

L'avevamo promesso che avremmo fatto partecipi i nostri lettori delle prese di posizione discordanti in senop all'assemblea che ha riconfermato la presidenza di Ermano Pasini.

Ecco dunque il discorso pronunciato lunedì 27 luglio dal sindaco di Preseglie Stefano Gaburri, che si è poi astenuto dal voto, imitato dal collega di Pertica Bassa Manuel Bacchetti.
Lunedì toccherà alla nota polemica del sindaco di Vobarno Carlo panzera.
Se altri presenti all'assemblea, volessero consegnarci in forma scritta una memoria sulla posizione da loro espressa, la pubblicheremo volentieri.
 
«Egregi colleghi, vi anticipo che prenderò alcuni minuti per spiegare la mia astensione dal voto che ci apprestiamo ad esprimere, non certamente per la non adesione al programma, anzi ai due se consideriamo le linee operative deposítate dal Gruppo Cívico Moderato Valsabbino.
Programmi che ho sottoscritto perché condivido il contenuto ed i valori fondanti sia delle otto pagine dell'uno che delle tre dell'altro.
Ció che non è condivisibile e certamente l’utilizzo che di detti programmi è stato fatto... come di consueto infatti da una parte le belle parole e dall’altra le azioni che vanno in senso opposto.
La Comunitá Montana dovrá essere "punto di incontro e di raccordo"... "tavolo del confronto delle idee" ... solo per prendere ad esempio due citazioni tratte dai due testi indicati.
 
Ricordo che all'alba del mio primo mandato amministrativo svolgemmo numerosi incontri di alto profílo politico-istituzionale con la presenza di assessori regionali e provinciali e coordinatori zonali dei partiti e dei gruppi per costruire, prima nei contenuti e poi nelle persone, il precedente Direttivo; rammento anche che il mio contributo si era limitato a far da rappresentante del mio Comune e di uditore attento degli  argomenti trattati...  per queste ragioni si  formó in me la ragionevole approvazione di un percorso comune che mi portó ad esprimere un voto favorevole (41 a 40).
Mi auguravo quindi che i giorni successivi alla mia rielezione potessero divenire nuovamente laboratorio della política e luogo di confronto aperto nel quale poter apprendere, capire, condividere... e forse per questa volta essere non silenzioso spettatore ma almeno semplice comparsa, di quelle che in tutto lo spettacolo dicono almeno qualche frase di contorno.
 
Tale possibilitá non mi e non ci è stata concessa. Le trattative - per i posti a sedere e non certamente per confrontarci ed insieme scrivere il futuro dell’Ente Comunitario - si son svolte lontano, le adesioni ricercate porta a porta senza un reale e costruttivo confronto tra i rappresentanti dei Comuni anche alla presenza delle professionalitá politiche della Valle, della Provincia e della Regione.
Per tali ragioni sono amareggiato perché quando la política perde contenuti e idee, quando non riflette valori condivisi, culture diffuse e interessi generali, al suo posto decidono le amicizie, i teatrini, le convenienze.
Di questo vive, e più spesso muore, la política nazionale e purtroppo anche locale.
 
E' naturale che di fronte a tali fínzioni, che surrogano i luoghi della sovranitá política, la debolezza della mediocritá trovi una larga e comoda strada in discesa. In questi giorni in alcuni di noi ho potuto ammirare un comportamento simile a quello degli eretici italiani del cinquecento che "tenevano celata la propria fede, aspettando per manifestarla che cessasse il timore del martirio e facendo intanto ossequio alle   autoritá  ecclesiastiche" (Delio Cantimori, Eretici Italiani del Cinquecento, 1939).
In tali condizioni i grandi temi inerenti la tutela della comunitá locale e sovra comunale, della tradizione culturale, la meritocrazia e la selezione sulla base della qualitá, il senso dell'istituzione, la ricerca di un progetto educativo, sociale, culturale e político all'altezza dei nostri tempi, risultano poco presenti nell'azione e nell'ispirazione di ciascuno.
Parlare di senso delle istituzioni oggi vuol dire difendere gli interessi generali e i valori condivisi, il primato della politica e del dialogo, assunzione di responsabilitá, rispetto delle comunitá e dei singoli individui.
 
Per me, e spero per molti altri, amministrare un paese non é offrire panettoni e champagne, poltrone e posti físsi, ma piuttosto tutelare i beni primari, l'aria, l'acqua, la terra e gli ideali, le basi su cui si fonda e si perpetua una societá.
E ancora promuovere il territorio e le tradizioni di ogni paese, perché le tradizioni sono la nostra identitá in sviluppo, che si trasmette e si rielabora nel corso delle generazioni e del tempo.
Occuparsi pero non vuol dire monopolizzare, ma lavorare nella pluralitá delle fonti e delle scelte promuovendo le idee ed i valori di ciascuno per addivenire alla formazione del bene comune.
Saremo chiamati a scelte importanti e decisioni fondamentali per lo sviluppo della Valle Sabbia anche nell'ottica del futuro delle societá di Valle, e per questo mi auguro che le nostre comunitá non vengano usate dal mercato e dalla política e son certo che questa assemblea non negherá 1'identitá locale e gli interessi della nostra gente.
 
Ecco perché ho deciso di astenermi ... ma sappiate che in me troverete un sostenitore attento e perbene ogni volta che gli argomenti verranno analizzati "con l'incontro ed il raccordo di tutte le singole realtá comunali presenti sul territorio della nostra Comunitá Montana ", frase questa presente nell'accordo programmatico depositato.
Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato ed auguro a tutti buon lavoro.
 
Stefano Gaburri
 

 



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