Risultati da record nel 2006
La siderurgia fa ancora «centro». Dopo un 2006 da record, sempre più acciaio continua a sgorgare dalle bocche di fuoco dei produttori di tutto il mondo.
Gennaio non ha fatto eccezione, con le sue incessanti colate e il sempre maggior peso dell’acciaio asiatico. Nei dodici mesi dello scorso anno sono state prodotte 1,21 miliardi di tonnellate di acciaio, il 9% in più del 2005.
Nel solo mese scorso, l’output ha fatto segnare 107 milioni di tonnellate, tre tonnellate in più di dicembre e ben 12 in più del gennaio di un anno fa. E anche Brescia ha fatto sentire il suo peso.
«Ho appreso con stupore i dati sulla produzione siderurgica», ha commentato Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai e numero uno della Feralpi di Lonato. «La Cina, che pure ha fatto segnare un nuovo massimo assoluto, non è più una misteriosa realtà - ha aggiunto -. È piuttosto la conferma di un cambiamento in atto che ormai è inarrestabile».
Attira comunque l’occhio, anche il più inesperto, un Paese in grado di immettere ogni mese sul mercato 38 milioni di tonnellate di acciaio dopo averne sfornate 418 milioni nel 2006 (erano 353 milioni di tonnellate solo un anno prima). In un tale contesto, l’Europa non ha deluso. «Anche guardando all’Europa a 15 - ha precisato il presidente -, c’è da restare positivamente stupiti grazie a tonnellaggi in netta ascesa».
È un fatto che anche l’Italia stia giocando un ruolo chiave nella dinamica comunitaria, con 31,5 milioni di tonnellate di acciaio nel 2006, il 7,5% in più dell’anno precedente. Per il mese di gennaio, i dati raccolti dall’International Iron and Steel Institute «fotografano» un’Italia a quota 2,6 milioni di ton.
Guardando al brescianissimo tondino, nel 2006 la produzione nazionale è stata di circa 5,3 milioni di tonnellate (valore stimato sulla base dei dati a consuntivo dei primi 11 mesi dell’anno), il 12,5% in più dell’anno precedente. Per le travi, altro prodotto che vede Brescia in primo piano, la produzione ha superato 1,3 milione di tonnellate contro il milione di tonnellate del 2005. «I primi due mesi del 2007 - ha osservato Pasini - sono stati brillanti. Potrebbero anche aprire un varco a un ottimo primo semestre».
L’Italia, comunque, non è sola. Il motore tedesco ha ripreso a macinare chilometri. «La siderurgia tedesca - ha detto - sta registrando performance strabilianti: a gennaio sono state sfornate 4,3 milioni di tonnellate. È un balzo del 25% su base annua».
Bene anche la Spagna, con 1,6 milioni di ton in gennaio (+25% su gennaio 2006). Delude un poco la Francia, con un passo indietro dell’1,2%. Tratti marcati e netti, sottolineati anche da Franco Tamburini, presidente di Aib e amministratore delegato della Sidertam di Rezzato.
«Il 2006 - ha commentato - è passato alla storia come un anno stupendo per l’acciaio. L’anno nuovo si è aperto col trend vecchio: prezzi in tensione rialzista». C’è, però, l’altro lato della medaglia. «I vantaggi di un mercato di questo tipo si sono concentrati a monte della filiera, mentre a valle si sono riversate le difficoltà . Produttori e commercianti hanno beneficiato di quotazioni in costante ascesa, ma a pagarne il prezzo - ha spiegato - sono stati gli utilizzatori di acciaio».
Marco Taesi
Da Btresciaoggi
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