San Lorenzo di Promo attende
Mancano 300 mila euro per pagare i restauri dell'antica chiesa di San Lorenzo a Promo, la cui integrità è stata messa in pericolo dalla scossa di terremoto che si è scaricata in Valle due anni fa. L'appello del parroco.

La chiesa di San Lorenzo di Promo di Vestone, meglio nota come la «Pinacoteca della Valsabbia» per la ricchezza delle pitture che conserva, è in piena fase di restauro dopo i pesanti danni del terremoto del 2004.
Ma i conti dell’operazione, fatti dal parroco don Luigi Bellini, non tornano: dei 530 mila euro necessari ne mancano ancora 300 mila.

La chiesa è stata talmente danneggiata dal sisma da essere subito chiusa al culto. E le verifiche hanno poi mostrato danni per oltre mezzo milione di euro. «Il contributo regionale per il restauro è di 210 mila euro - ricorda don Bellini -, e altri 20 mila arrivano dalla Curia. Ma i restanti 300 mila sono tutti a carico della parrocchia di Vestone».

Per questo il parroco ha scritto e inviato una lettera inviata a tutte le aziende vestonesi, chiedendo un generoso contributo mirato.
La scossa di 2 anni fa ha ampliato di molto le fessure già esistenti nei muri dell’edificio sacro, e ha creato nuove lesioni della facciata, della torre campanaria e tra gli arconi.

San Lorenzo, spiegano gli esperti, ha una impronta architettonica romanica rimaneggiata nei secoli XVII e XVIII. Le sue origini risalgono al primo Medioevo, quando lì si edificarono una cappella e un ricovero per i pellegrini.
In seguito la chiesa divenne una diaconia sussidiaria della Pieve di Santa Maria ad Undas di Idro, ma vista la posizione di Promo, sulla via di comunicazione tra la pianura e il Nord, il tempio acquisì presto un ruolo analogo a quello della Pieve.

Un tempo questo era il vero cuore di Vestone; poi ha finito per ospitare solo i fedeli della frazione. E nel passato ci sono stati altri «brutti momenti».
Durante la Prima guerra mondiale, per esempio, venne danneggiata dai militari che la usarono come alloggio; ma rimane un edificio religioso tra i più importanti della Valsabbia, con all’esterno una elegante loggetta e la torre campanaria del 1530 con 4 bifore, tra le poche rimaste sul territorio.

All’interno (ecco spiegata la definizione di Pinacoteca della Valsabbia), le pareti mostrano splendidi affreschi, e sull’altare maggiore in particolare campeggia un polittico del Cinquecento di grande valore attribuito a Martino da Gavardo.

E per il futuro? La comunità di Promo, costretta suo malgrado alla messa nella parrocchiale di Vestone, sta lavorando per raccogliere i soldi necessari a rimettere in sesto questo tesoro. Ma per realizzare l’impresa servirà la generosità di tanti. Anzi, di tutti.

m.pas.
da Bresciaoggi
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