In memoria di Luigi Veronelli
di Ubaldo Vallini

Era il 29 novembre del 2004 quando moriva a Bergamo Luigi Veronelli, enogastronomo di fama, ma soprattutto grande appassionato della buona tavola. In Valle Sabbia c'è un amico a ricordarlo: Benedetto Girelli.

“La vedi questa foto? E’ stata scattata trent’anni fa, quando Luigi Veronelli mi ha portato in Tv. Guarda, c’era anche l’Ave Ninchi”.
Benedetto Girelli, la memoria storica della cucina valsabbina, è forse in vena di rimpianti?
Continua e ci fa vedere un tagliere autografato da Veronelli nel 1976: “Mangiamo, benedetto da Dio/Benedetto davvero, tanto è buona la tua cucina” c’è scritto.

Poi Benedetto ci spiega: “Sono passati giusto due anni dalla scomparsa del famoso enogastronomo, è morto a Bergamo il 29 novembre del 2004”.
E lo sguardo di Benedetto diventa come è quello di chi sa che non si torna mai indietro e allo stesso tempo si rende conto che il tempo per lui non è passato invano.

Da cuoco di un paesino sperduto come Barghe, Benedetto si è trovato al centro dell’attenzione della cucina nazionale proprio grazie al Veronelli di cui ha voluto onorare la memoria.
Il maestro della cultura enogastronomica, che ha trascorso oltre cinquant’anni della sua vita combattendo battaglie e portando idee a favore dell’agricoltura, è diventato suo amico in occasione del Giro d’Italia del 1966 quando si trovò ad entrare nel suo ristorante e ad apprezzarne oltremodo la cucina, fatta con prodotti semplici e genuini.

Allora la grande capacità del cuoco di Barghe fu in sostanza quella di riuscire a mettere in evidenza, nella Valsabbia conosciuta solo per le sue industrie, quei prodotti agricoli ed artigianali che stavano alla base dei suoi menu.

Fra questi l’ormai famoso formaggio bagoss, “Il formaggio afrodisiaco, il formaggio dell’amore” come amava ripetere Benedetto che del prezioso formaggio della Valle del Caffaro venne considerato “primo ambasciatore”.
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