Ancora una pausa di riflessione
Lunedì sera, a Villanuova si è tenuto un delicato e animato consiglio comunale, decisivo per la prosecuzione dell’attività dell’amministrazione in carica. Varato il rimpasto in giunta. Slitta però lo scontro all'interno della maggioranza.

Lunedì sera, a Villanuova si è tenuto un delicato e animato consiglio comunale, decisivo per la prosecuzione dell’attività dell’amministrazione in carica. L’assemblea aveva assunto un valore fondamentale dopo che nelle scorse settimane la maggioranza di centrosinistra, che riunisce Margherita e Democratici di sinistra nella lista civica «Democratici popolari indipendenti», si era trovata davanti a una crisi.

La causa? Le differenti valutazioni dei due partiti sul programma per la seconda metà del mandato amministrativo.
Una divergenza che aveva portato alle dimissioni in blocco di tutta la giunta comunale, seguite poi negli ultimi giorni da un rimpasto che non prevede però la presenza di Mercedes Garzoni, Alessandra Zerneri e Ignazio Gereloni, tre dei quattro assessori in quota Ds, fortemente critici nei confronti dei colleghi e del sindaco, e quindi non disponibili a ricoprire un nuovo incarico.

I problemi che affliggono il Comune sono ben noti: sul bilancio, già deficitario negli anni più recenti, è caduto anche il «peso» enorme del terremoto del 24 novembre 2004. Inoltre, le difficoltà attuali mettono in pericolo anche il futuro prossimo di Villanuova, col rischio che il municipio non possa ottemperare agli obblighi connessi con il «patto di stabilità» per l’anno in corso, subendo come conseguenza pesanti limitazioni alle possibilità di gestione per il 2007.

In questa situazione confusa, Margherita e Ds si sono trovati a individuare due vie opposte per sanare il deficit, che ruotano comunque principalmente (ma non solo) attorno alla vendita di alcune strutture comunali come lo stadio e il vecchio municipio, inagibile per i danni causati dal sisma.

Le polemiche degli ultimi giorni fra i tre ex assessori e la Margherita, a cui si sono aggiunte le pesanti critiche della Lega nord, unico partito di minoranza che ha chiesto nuove elezioni, hanno attirato nella sala consiliare un folto pubblico, intervenuto per capire meglio sia i problemi sia le soluzioni.

I leghisti hanno immediatamente chiesto che venisse aggiunta all’ordine del giorno la discussione sui due diversi programmi, ottenendo l’inserimento del dibattito nell’ultima parte della seduta.
Poi, il primo passaggio della serata ha ufficializzato le nuove deleghe di giunta, che vedono la conferma di Caterina Dusi (Bilancio) e Giuseppe Baldo (Servizi sociali), lo spostamento di Franco Cocca dai Lavori pubblici alla Pubblica istruzione e l’inserimento di tre nuovi assessori: Dario Bianchini al Commercio, Vittorio Florioli all’Urbanistica e Ignazia Tellaroli ai Lavori pubblici.

Il seguito della seduta, centrata sulle ultime variazioni di bilancio, ha comunque fornito il pretesto alle parti in causa per dibattere con toni a tratti piuttosto accesi.
In particolare quando è stata letta l’ultima comunicazione della Corte dei conti, che segnala nuovamente il deficit e i rischi del mancato rispetto del patto di stabilità.

Dopo tre ore molto intense sembrava arrivato il momento più delicato dell’assemblea, ovvero il confronto sui programmi e la verifica delle intenzioni relativamente al risanamento delle finanze comunali.
Il capogruppo della Margherita, Bortolo Belli, ha però richiesto una sospensione momentanea della seduta, che permettesse ai capigruppo e ai consiglieri di conferire sugli argomenti del dibattito. E dopo una quindicina di minuti di sosta, i membri del consiglio sono rientrati in aula comunicando l’intenzione di rimandare a data da destinarsi (non oltre i trenta giorni successivi) il confronto programmatico.

Insomma, si è ritenuto opportuno preparare preventivamente la discussione, ma inevitabilmente, il pubblico presente è rimasto deluso.

Luca Cortini
da Bresciaoggi
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