Un confine troppo esteso
di Ubaldo Vallini

«Certo che hanno uno strano modo, da Roma, di intendere il confine fra il Trentino e la provincia di Brescia. Pensa un po’: secondo loro questa linea di demarcazione passerebbe per il lago d’Iseo, la Franciacorta e i paesi della Bassa...»

“Certo che hanno uno strano modo, da Roma, di intendere il confine fra il Trentino e la provincia di Brescia. Pensa un po’: secondo loro questa linea di demarcazione passerebbe per il lago d’Iseo, la Franciacorta e i paesi della Bassa”.
L’affermazione è di Marco Scalvini, il sindaco di Bagolino, che ieri si è trovato per le mani una ricevuta della Tesoreria provinciale dello Stato senza sapere, parole sue anche queste, “se ridere o piangere”.
Su quel documento c’era scritto che erano stati assegnati al Comune di Bagolino 17.009,16 euro quale “contributo per gli Enti limitrofi province Tn-Bz 2006”.

Ve la ricordate la polemica che ha messo in contrapposizione il presidente regionale Formigoni e il sindaco Scalvini che voleva portare Bagolino in Trentino?
Ve lo ricordate l’emendamento che con il “blitz di Santa Lucia” l’onorevole Molgora, proprio pensando alla realtà bagossa, era riuscito a fare inserire nell’ultima finanziaria Berlusconi: 10 milioni di euro che dalle province autonome di Trento e Bolzano sarebbero transitati nelle casse dei “Comuni delle province confinanti”?
Il risultato, nero su bianco, sono quei 17 mila e rotti euro assegnati a Bagolino.

“I dieci milioni di euro che il Ministero del Tesoro ha trasferito a quello dell’Interno perché venissero distribuiti, invece che essere utilizzati per limitare il disagio delle popolazioni di confine sono stati “spalmati” su tutti gli abitanti delle province di Brescia, Belluno, Vicenza, Verona e Sondrio. Questo è successo - ha aggiunto Scalvini -. Fanno circa 5 euro a testa per ogni abitante, quello sarebbe il prezzo del disagio di abitare sul confine con le province più ricche, e fa niente se risiedi a Bagolino o a Erbusco: il Trentino è vicino allo stesso modo”.

Il rischio che tutto poteva finire in questo modo l’aveva ben “annusato” l’on. Caparini della Lega Nord, che nelle scorse settimane aveva presentato un’interrogazione nel tentativo di far approvare un regolamento attuatore che favorisse le popolazioni più vicine al confine: “Quello era lo spirito della legge e quello andava fatto”.
Nulla però si era mosso: l’emendamento alla Finanziaria Berlusconi era diventato Legge dello Stato e il Ministero dell’Interno ha eseguito alla lettera quanto la norma aveva previsto, cioè trasferire i 10 milioni di euro “a favore dei comuni delle province confinanti con quelle di Trento e Bolzano”, senza distinguere un comune dall’altro.

“Il risultato aberrante, tanto per fare un esempio, è che per il discutibile disagio di vivere al confine col Trentino il Comune di Brescia ha ricevuto un milione di euro - rincara Scalvini -. Tanto più che ci sono alcune amministrazioni comunali veramente di confine che in virtù di questa legge avevano inserito a bilancio entrate che ora non ci sono state e si ritrovano in difficoltà”.

E’ necessario trovare una soluzione e da questo punto di vista Scalvini avrebbe già “incassato” il sostegno del coordinatore provinciale di Forza Italia Maurizio Vanzani e quello del segretario della Margherita Gianantonio Girelli, che hanno il potere di sollecitare l’intervento dei parlamentari di cui sono riferimento.
“Scriverò anche a Corsini e ai sindaci dei Comuni che col confine Trentino in realtà non hanno nulla a che vedere, perché mettano a disposizione quelle cifre per progetti che favoriscano la qualità della vita laddove il disagio è reale – ha affermato il sindaco bagosso -. Ne ho già parlato anche con il presidente dell’Acb Carlo Panzera che mi ha assicurato la sua disponibilità ad occuparsene”.
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