Chi paga l'acqua dei pubblici rubinetti?
I Comuni chiedono all'Ato e alla Provincia criteri diversi per la fatturazione del liquido elemento agli enti locali. Intanto le bollette crescono: per le sue fontane il Comune di Pertica Alta avrebbe giŕ ricevuto fatture per 7mila euro.

giovedì 15 febbraio 2007 provincia pag. 31
VALSABBIA. I Comuni chiedono all’Ato e alla Provincia criteri diversi per la fatturazione agli enti locali
Bollette dell’acqua da brividi
A Pertica Alta «conto» da oltre 7 mila euro per le fontane pubbliche


In Valle Sabbia è pronta a esplodere la protesta-acqua per fontane ed edifici pubblici. Tutto prende avvio dall’arrivo in Valsabbia dell’Ato (l’Ambito territoriale omogeneo) che da inizio 2007 gestisce l’acqua dei valsabbini, prima era gestita in autonomia dai Comuni.
Una gestione che da un lato garantirà ai cittadini sia un miglior servizio che forti investimenti sugli acquedotti, ma dall’altro determinerà l’aumento delle tariffe per i cittadini.

Vista nel lungo periodo, la gestione Ato dovrebbe portare più benefici che negatività ai cittadini, e proprio per questo l’adesione dei Comuni di valle è stata totale.
Ma c’è un nodo del contendere da risolvere: «Da fine 2005 - spiega Denis Zanolini, sindaco di Pertica Alta, Comune affidato in anticipo a Valgas - anche le fontane pubbliche hanno i contatori, con bolletta a carico del Comune. I contatori sono stati collocati a fine 2005 e nel 2006 ci siamo ritrovati, con le 9 fontane pubbliche che zampillano nelle frazioni, una fattura di circa 1.000 euro a bimestre, oltre 7.000 euro in un anno, cifra che Pertica Alta non può pagare col suo magro bilancio».

E mentre le fatture di Pertica Alta restano nel cassetto inevase, alla bolletta-fontane si aggiunge ora la bolletta-edifici pubblici, il problema viene preso in carico dalla Comunità montana di Vallesabbia che ha scritto all’ Ato: «Con oggetto le tariffe di gestione idrica edifici pubblici e fontane pubbliche, a seguito delle richieste da parte di sindaci della valle, chiediamo un incontro urgente con l’Ato e con la Provincia per definire il problema».

L’incontro è avvenuto nei giorni scorsi, presenti i sindaci valsabbini, il segretario dell’Ato Marco Zemello e l’assessore provinciale all’Ecologia Enrico Mattinzoli: «Il problema è stato sollevato da alcuni sindaci, vedi Mura, Pertica Alta, Anfo e Sabbio Chiese. Ed l’Ato - spiega il presidente comunitario Ermano Pasini - ci ha promesso che per il 2007, pur con l’istallazione dei contatori, non fatturerà l’acqua ne delle fontane ne degli edifici comunali. Ci sarà invece un monitoraggio sui consumi. Solo dopo si valuterà come contabilizzarli».
Una risposta che per ora mette il problema nel congelatore, ma non lo risolve. La decisione finale dell’Ato, pur con agevolazioni, consisterà infatti, con tutta probabilità, nel decidere se fatturare direttamente ai Comuni o se ripartire questo costo sui cittadini.

Morale della favola, il cui finale ancora non è stato scritto? L’acqua delle fontane pubbliche (che è acqua in surplus) e di edifici pubblici quali Comune, scuole ed altro, alla fine saranno da pagare: o a carico dei cittadini, o del Comune, i cui soldi arriveranno anche in questo caso dalla collettività.
Sono in tanti a non essere d’accordo: «L’acqua - dice ad esempio la minoranza a Casto - è un diritto fondamentale, intangibile, e la logica di mercato viene sempre dopo di esso. E le fontane pubbliche, per consuetudine storica sono testimonianza del rispetto di questo diritto. Chi gestisce l’acqua, che resta risorsa pubblica, rimane esecutore che gestisce per la collettività. Non ne diventa proprietario...».

Per il sindaco sabbiense Rinaldo Bollani, per la sua Sabbio Chiese (ma anche per Vestone o Vobarno, ad esempio) pagare l’acqua degli edifici pubblici sarà iniquo: «Non è nella logica che il Comune di Sabbio od i sabbiensi paghino l’acqua del Centro sportivo, della scuola media o della Casa di riposo, enti che, anche se sono a Sabbio, svolgono una funzione sovraccomunale. Perché dovremmo pagare solo noi? Senza contare che, pagare l’acqua per la miriade di edifici pubblici di cui disponiamo, sarà grosso impegno finanziario».

di Massimo Pasinetti da Bresciaoggi
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