Valle Sabbia da record
Per i megawat che mancano anche l'ipotesi di realizzare il teleriscaldamento di Casto e Vestone con l'acqua calda di «Fondital» e «Raffmetal».

È già operativo è verrà inaugurato ufficialmente in estate, ma dopo la ribalta nazionale dovuta al «Corriere della Sera», in Valsabbia non si parla che dell'enorme impianto fotovoltaico realizzato fra Gavardo e Paitone.
Merito di Gian Antonio Stella, un giornalista che più volte ha «sparato» contro le comunità montane, ma che dalla prima pagina del Corsera ha tessuto le lodi di quella valsabbina, riferendosi soprattutto alla realizzazione della più grande centrale fotovoltaica d'Europa.
 
In seguito a quella uscita, in Valsabbia sono arrivati giornalisti da mezza Italia.
Inviati de «Il sole 24 ore», del Tg1 e del Tg3 sono saliti a visitare quello che Stella ha definito «Un lago di luce»: effettivamente, salendo da Paitone si arriva in un punto in cui tutti i 39.322 metri quadrati di pannelli fotovoltaici riflettono il sole creando un gioco di luci che ricorda l'acqua.
 
Lì, in località Gusciana, dove un tempo c'era un allevamento di tacchini, sono stati piazzati a terra 24.024 pannelli che, già allacciati alla rete, producono circa 6 megawatt di potenza complessiva.
Ne servirebbe altrettanti per raggiungere l'indipendenza energetica degli edifici pubblici di tutti i 25 comuni della valle e dei 5 dell'hinterland interessati al progetto; e ci sono già progetti anche in questa direzione.
 
Ma anche l'ipotesi di realizzare il teleriscaldamento di Casto e Vestone con l'acqua calda prodotta dalle aziende «Fondital» e «Raffmetal».
«E poi - aggiunge il presidente della Comunità montana Ermano Pasini, che in questi giorni riceve decine di mail di complimenti per la lungimiranza - dobbiamo consumare meno rinnovando gli impianti di illuminazione».
Ora l'area gavardese, che presto verrà ricoperta da girasoli e lavanda, diventerà anche il «Parco didattico delle energie rinnovabili della Comunità montana di Valsabbia»: uno degli edifici presenti verrà ristrutturato e diventerà un centro d'accoglienza.
 
Mila Rovatti da Bresciaoggi
 
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