Asco Vestone, la quadratura del «rombo»
La disposizione del centrocampo è ancora da perfezionare ma consente di portare a termine in maniera positiva la partita.

Asco Vestone - Gso Buffalora 2 - 1

Guance Rosse così in campo: Perotti; Cucchi – Bonomini - Cappa detto brucio – Piccinelli; Ghidini detto biù; Corsini il capitano – Gottardi; Fiori; Bianchi detto panì - Ricci detto gonzo;
Entrerà: La Sala; All. Morghen

A questo punto anche i bookmakers non sanno più che cosa pensare. Le recenti sconfitte delle favorite hanno accorciato la classifica, così che le candidate alla vittoria finale sono addirittura 5. Meglio! Vorrà dire che sarà tutto più divertente, sia per noi che raccontiamo, sia per voi che tifate, sia per i cristiani che vanno in campo, sia per nostro zio che ci segue dall’America. Intanto Guance Rosse mette a repertorio una delle migliori esibizioni degli ultimi tempi, tenuto anche conto che l’avversario è assieme forte e maleducato, che vuol dire brutta gatta da pelare.
Mister Morghen, dopo la recente bambola presa a Brescia, ragiona bene sul rombo di centrocampo, ormai marchio di fabbrica, e mette i falegnami a fare i falegnami, gli erboristi a fare gli erboristi e i direttori d’orchestra a fare i direttori d’orchestra. Un collega che crede di saperla più lunga di tutti è saltato su a dire che, visti i soli 13 uomini arruolabili causa infermeria piena, la formazione era obbligata e impossibile da sbagliare. Secondo noi invece il mister di biondo crine è semplicemente rinsavito.
Detto questo, i meccanismi del rombo vanno assolutamente perfezionati, e al più presto. Le mezzali Gottardi e Corsini è vero che garantiscono ottimi rifornimenti là davanti, ma difendono così così lasciando a Ghidini, stasera praticamente Dio, il grosso del lavoro.

Cronaca di come è andata
I Tromboni aprono le ostilità con il piglio della squadra che ha fame, e di lì a poco metteranno davanti al portiere ospite, che nel corso dei 70 minuti salverà baracca e burattini più e più volte, i propri attaccanti, i signori Bianchi e Ricci, che però sul più bello sbaglieranno nel fondamentale del controllo di palla permettendo al proprio cane da guardia di mettere una pezza. Ma il gol è solo rimandato.
Ricci, a cui piace spesso arrivare in ritardo, sia al campo che nella vita, addomestica una palla in mezzo a tre difensori che non riescono a togliergliela nemmeno con le cannonate in zona malleolare; poi scarica in fascia per l’ accorrente Gottardi che la tiene in campo non si sa come e se la porta sul fondo, da dove fa partire un cross bello come il peccato; il primo ad impattare sarà Ricci ancora lui, che brucerà sul tempo difensori e portiere. Stavolta sei arrivato in anticipo, vecchio. Et voilà l’1 a 0. L’azione, come spesso accade quando c’è di mezzo il professor Gottardi, è da far vedere a scuola; altro che documentari sulla Cappella Sistina.
La reazione degli ospiti maleducati non si fa attendere, ma la bella ciabattata da fuori area che riescono a mettere insieme trova il sempiterno Perotti pronto alla deviazione sopra la traversa.
Tè caldo finalmente, anche perché il freddo stasera al Comunale è di quelli che il giorno dopo ce l’hai ancora in tasca.
Alla ripresa delle ostilità la sceneggiatura è sempre quella: Guance Rosse che crea, soprattutto dalla parte del dottor Corsini, capitano taciturno, ma portiere ospite che mette pezze di qua e di là, per esempio quando Fiori, naturalmente dotato di bella castagna, ne fa partire una da poco fuori l’area; abbiamo gridato al gol, noi e qualche collega venuto a curiosare dalla bassa padana, ma l’unghia dell’estremo devia in angolo in extremis. Annotiamo poi quattro uscite mica male sui piedi di altrettanti Tromboni che gli si sono capitati a tiro in mezzo all’area.
Poi, come spesso accade quando tieni il piede sul petto del morituro a terra, questo qui ti assesta in mezzo alla schiena un colpo di coda e ti tira giu’ al suo livello.
Succede che su calcio d’angolo un avversario incorna, beffando la difesa a zona dei Tromboni; la palla dirige verso il palo, dov’è di guardia Piccinelli, evidentemente impegnato a rimirar le stelle o in altre balle romantiche, che quando tenta di intervenire è già gol. Vecchio capellone di Barghe, peccato per questa macchia sulla camicia immacolata che porti stasera, ma ti tocca alzare la mano e dire che è colpa tua.
A questo punto si dovrebbe reagire alla grande, mettendo l’ospite alle corde, anche perché il pareggio è francamente un insulto, ma Guance Rosse là davanti sembra non averne più.
Quando l’1 a 1 pare già scolpito nella pietra, ecco il miracolo! In pieno recupero c’è l’ennesima palla che esce dall’area nemica; il primo a metterle i piedi addosso è Ghidini, raro esemplare di centromediano metodista forgiato a mano dallo zio Ares in persona, che dopo essersi aggiustato il nodo della cravatta fa partire una perla che finisce nel sette. Ladies and gentlemen, 2 a 1 e Comunale di Mocenigo che viene giù.
La vittoria è ineccepibile e mette entusiasmo fresco nel serbatoio di questa squadra di montanari ostinati. Non poteva esserci trama migliore. Prossimo film: Tutti a Ghedi contromano. La trama sarà anche migliore! Ci giochiamo la macchina da scrivere.

Il migliore in assoluto è stato senza ombra di dubbio il centromediano metodista Ghidini, voto 10 e lode.
Non stiamo qui a dire quanto sia stato indispensabile in fase di contenimento, supplendo anche alla latitanza dei compagni di reparto; rischieremmo di essere noiosi. Piuttosto ne evidenziamo il sangue freddo mostrato in quel tiro da parecchio fuori area e a clessidra praticamente esaurita che gli Dei, avendo scommesso per il pareggio, hanno cercato, invano, di indirizzare sul palo. Stavolta però vince lui, dimostrandosi più forte di quegli stronzi che abitano l’Olimpo.

P.S.: Auguri al fresco papà Marco Ebenestelli; l’amata principessa Anita ha dato alla luce un gomitolo di nome Alice. D’accordo, Idro non è il Paese delle Meraviglie, ma non è detto che non lo sarà per lei. Nel frattempo, tra una ninna nanna e l’altra, aspettiamo di vederti in campo col sorriso del padre stampato in faccia.

Salutiamo.

Armando Dell'Oca

In foto Simone Ghidini

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