Hiv, il triste primato Bresciano
di red.

Brescia è la prima provincia italiana per incidenza relativa con 3,8 sieropositivi ogni centomila persone e la terza per numero assoluto di casi.

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Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale per la lotta all’Aids. La provincia di Brescia detiene un primato decisamente negativo nella diffusione dell’hiv: con 3,8 casi di sieropositività ogni 100 mila persone la provincia di Brescia si pone al primo posto in Italia per quanto riguarda l’incidenza, mentre è al terzo posto per numero assoluto di casi, dopo Milano e Roma.
Dall’inizio dell’epidemia, negli anni Ottanta, ad oggi nel Bresciano si sono registrati 2.456 casi di Aids, e il Dipartimento di Malattie infettive del Civile di Brescia ha seguito oltre 7 mila pazienti (attualmente ne vengono seguiti 3.300).
I dati sono stati resi noti dal prof. Giampiero Carosi del Dipartimento di Malattie infettive del Civile, durante la presentazione dell’iniziativa «Testiamoci» dell’Unità di Strada della Croce Bianca di Brescia.

Grazie alle terapie disponibili sono sempre meno le persone sieropositive che evolvono in Aids, merito anche di cure più precoci che intervengono arrestando la diffusione dell’infezione quando il sistema immunitario non è ancora compromesso (la maggior parte dei casi di Aids riguardano infatti persone che nemmeno sapevano di essere sieropositive, e quindi non avevano iniziato le terapie adeguate che avrebbero impedito al virus di evolvere nel tempo).
Questo spiega il calo dei nuovi casi di Aids in Lombardia, che nel 2010 sono stati 210 rispetto ai 303 del 2009. Non diminuisce invece il contagio del virus hiv, come dimostrano i 200 nuovi casi di sieropositività registrati ogni anno dal centro infettivi del Civile (il 70 per cento è stato infettato per via sessuale).
In Lombardia si stima che ci siano da 23 a 27 mila persone hiv positive, e 18.500 casi di Aids. In Italia i soggetti sieropositivi sono 140 mila.

Il contagio
In oltre il 90% dei casi, ricordano gli specialisti, il virus viene contratto attraverso rapporti sessuali occasionali, omosessuali o eterosessuali. E sino ad oggi il preservativo rappresenta l’unico modo sicuro di prevenirne la trasmissione.

La cura
Studi molto recenti hanno dimostrato che i farmaci antiretrovirali attuali, meno tossici di quelli di 10 anni fa, non solo sono in grado di determinare un recupero clinico ed immunitario dei pazienti, portando la loro aspettativa di vita ai livelli di soggetti simili per età e sesso, ma anche di ridurre, se non annullare, la trasmissibilità dell’infezione in chi li assume in maniera continuativa e costante.

Prevenzione e terapia
Azzerare la trasmissione del virus significa principalmente: prevedere sempre l’utilizzo del preservativo in caso di rapporti sessuali occasionali o con persone non ben conosciute; individuare precocemente l’infezione; trattare i soggetti sieropositivi.
L’associazione “test e terapia†è un’arma importante che implica, tuttavia, l’emersione del sommerso, quindi consapevolezza dei rischi (adeguata informazione) ed accettazione delle conseguenze (effettuare il test).
È bloccando le nuove infezioni, informando i giovani e le persone con comportamenti a rischio su come evitare il contagio ed individuando, tramite strategie di screening proattive nei confronti di tutta la popolazione, i soggetti infetti “inconsapevoliâ€, che la battaglia contro l’infezione da HIV potrà essere vinta nei prossimi anni.

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