Torce umane
di val.

Vestone come Roma, Milano, Torino e Venezia. In Piazza Garibaldi, come nelle principali cittŕ e capitali del mondo, č andata in scena la solidarietŕ al popolo tibetano.

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Dal 1950 al 2011 un milione e 200 mila abitanti del Tibet (piĂą di un sesto della popolazione) hanno perso la vita, vittime del regime oppressivo cinese. Seimila templi distrutti, 120 mila tibetani in esilio.
Sono i numeri di un eccidio che sta conducendo un intero popolo sull’orlo del baratro.
 
Drammatico quanto sta accadendo nel Tibet Orientale, nella provincia di Ngaba, attorno e dentro il monastero di Kirti.
Sono già 11 i giovani tibetani, di età compresa fra i 16 e i 20 anni, comprse due ragzze, che si sono cosparsi di benzina e si sono dati fuoco per protestare contro l’occupazione cinese.
Gesti che possono essere solo il frutto della disperazione.
 
«Eppure, a causa dello strapotere economico della Cina – lamentano gli Amici del Tibet della Valle Sabbia, riunitisi nell’associazione “Gajang Darma Tibet” -, tutto avviene nell’indifferenza dei media, dei governi, dei partiti politici».
Così anche Vestone ha aderito alla campagna internazionale di sensibilizzazione “Torce umane in Tibet”: attivisti che simulano di darsi fuoco sulle piazze di tutto il mondo e diffondono le relative fotografie utilizzando ogni mezzo, a partire dai social network come Facebook.
 
E perché non si dica che l’hanno fatto nel silenzio delle istituzioni, in piazza con loro domenica scorsa c’era anche il sindaco di Vestone, il leghista Giovanni Zambelli, con tanto di fascia tricolore: «Laddove una minoranza soffre, se serve il nostro sostegno, noi ci siamo» ha detto il primo cittadino.
 
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