Il vecchio mulino produrrà elettricità
Tornerà a produrre energia, non più meccanica ma questa volta idroelettrica, la struttura del vecchio mulino di Gavardo, che è stato recentemente ristrutturato per essere adibito a sala conferenze ed a spazio espositivo per mostre.

Tornerà a produrre energia, non più meccanica ma questa volta idroelettrica, la struttura del vecchio mulino di Gavardo, che è stato recentemente ristrutturato per essere adibito a sala conferenze ed a spazio espositivo per mostre.

In particolare, verrà utilizzato l’esistente canale di derivazione, con la realizzazione e la gestione di una mini centrale idroelettrica. «Il progetto preliminare, il dettaglio degli investimenti, ed il rendiconto finanziario sono già pronti - spiegano gli assessori all’Ambiente Aldo Micheli e ai Lavori pubblici Guido Lani - e sono stati presentati alla Commissione Ambiente comunale».
I due amministratori gavardesi spiegano anche il passo successivo: «Intendiamo procedere alla predisposizione del necessario statuto del consorzio idroelettrico del Mulino di Gavardo, tra il Comune e il Consorzio di Bonifica del Medio Chiese proprietario del sito, giungendo quindi all’accordo di programma i due enti».

Il progetto, che dovrà preliminarmente seguire l’iter burocratico per l’ottenimento della concessione per lo sfruttamento idroelettrico del salto del mulino, prevede di derivare dalla traversa esistente a monte del parco del mulino, una quantità d’acqua di circa 5,5 metri cubi al secondo.
Questo flusso d’acqua, una volta immesso nel canale esistente, farà funzionare una coppia di viti idrauliche, ossia le turbine, le quali, sfruttando il minimo salto tra canale e fiume (di circa un metro e 60 centimetri) produrranno 550.000 kw/h annui con un impianto di potenza pari a circa 100 kw.

Le acque saranno immediatamente restituite al fiume da cui sono state prelevate, attraverso un canale di scarico in prossimità di una zona in cui le sponde del fiume tendono ad avvicinarsi, non interferendo dunque sulla suddivisione delle acque nel punto, poco più a valle, in cui si deriva il Naviglio.
«Sfruttando buona parte dei manufatti esistenti - spiegano ancora gli assessori - l’opera si caratterizza per il bassissimo impatto ambientale e la limitata modificazione della morfologia del terreno. Le analisi preliminari, le verifiche e le ipotesi vagliate hanno stabilito con ragionevole certezza la convenienza dell’iniziativa ed hanno ipotizzato una buona redditività dell’investimento che si andrà a fare.

«Infatti - concludono Micheli e Lani - i costi per la realizzazione dell’opera, coperti da un apposito mutuo, i costi di gestione e quelli di ammortamento del prestito saranno completamente assorbiti dai ricavi derivanti dalla vendita dell’energia prodotta, sino alla progressiva generazione di utili».

Paola Pasini dal Giornale di Brescia
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