Ci salverà solo l’agricoltura.
di Aldo Vaglia

Un intervento da capo di stato quello di Bill Gates alla 35 sessione dell'Ifad di Roma.

 
Ci salverà solo l’agricoltura.
Dobbiamo investire in agricoltura solo così battiamo povertà e malattie…….

…..Gli investimenti in agricoltura sono la miglior arma contro la fame e la povertà.
Per prendersi cura dei poveri bisogna prima prendersi cura dell’agricoltura.
Bisogna investire in agricoltura per salvare il pianeta.
L’appello arriva questa volta da Bill Gates ospite del vertice IFAD (fondo internazionale per lo sviluppo agricolo).

I leader mondiali, politici, accademici e i rappresentanti degli agricoltori si sono riuniti a Roma per la 35° sessione dell’IFAD.
Tra i relatori il creatore della Microsoft, l’azienda che fattura 70 miliardi di dollari con 92 mila dipendenti.
Lasciata l’informatica nelle mani dell’ex compagno di studi Steve Ballmer, l’impegno che il secondo uomo più ricco della terra condivide con la moglie, si rivolge alla fondazione Bill e Melinda.

Nei quindici anni dalla nascita la fondazione ha già donato 28 miliardi, cifra destinata a raddoppiarsi nei prossimi 10 anni.
Nell’intervista rilasciata ad Occorsio di Repubblica, Bill Gates annuncia di mettere a disposizione altri 200 milioni che vanno ad aggiungersi a quelli già stanziati fino ad arrivare a 2 miliardi per progetti avviati di sviluppo agricolo.

L’incontro di Roma è servito anche a riappacificare il fondatore di Microsoft con il nostro primo ministro Mario Monti che da commissario europeo fece infliggere una maxi multa di 497 milioni di  dollari alla sua azienda per abuso di posizione dominante.
Anche le parole di Monti al convegno sono un monito per ritornare ad occuparsi di cibo e agricoltura.
“Un mondo affamato è un mondo ingiusto ed è anche un mondo instabile… la sicurezza alimentare deve essere una priorità per la comunità internazionale e per l’Italia”.

Chissà se queste parole verranno raccolte anche dalla nostra politica locale, che assiste inerme all’inesorabile abbandono delle terre, (considerandolo forse un castigo di Dio) e se una lungimirante azione di progettazione riuscirà a trasformare in ricchezza la vasta estensione di territorio a disposizione.
 
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