Pellegrini del terzo millennio
di Ubaldo Vallini

“Ora che siamo rientrati tutti a casa dalla meravigliosa ed indimenticabile avventura, vi mandiamo la foto del nostro arrivo a Roma del 2 luglio 2007, verso le ore 13.00” ci scrivono così Riki, Cicio e Jago.

“Ora che siamo rientrati tutti a casa dalla meravigliosa ed indimenticabile avventura, vi mandiamo la foto del nostro arrivo a Roma del 2 luglio 2007, verso le ore 13.00†ci scrivono così Riki, Cicio e Jago.
Li ricordate? Sono i "pellegrini del terzo millennio" che hanno deciso di ripercorrere la via franchigena per raggiungere Roma, come facevano i nostri antenati. Invece che a dorso di mulo, o a piedi, loro hanno preferito la fida mountain bike, ma non è stato facile lo stesso.

“Tutto è andato secondo copione, nonostante parecchie disavventure. La prima, sicuramente la più grave, ci è capitata il secondo giorno, verso la metà della tappa, quando dopo mezzogiorno, un'auto non ha rispettato uno stop tagliando la strada al camper, che a causa dell'urto ha riportato la rottura del radiatore.
Per questo motivo siamo rimasti fermi per un giorno intero, il morale era a terra, il giorno dopo siamo riparti pur nell'incertezza che il mezzo si potesse riparare.
Quindi abbiamo dovuto recuperare su più giorni il ritardo accumulato, pedalando 6 o sette ore al giorno, spesso fino alle otto di sera. Altri inconvenienti sono stati di tipo tecnico sulle bici (che ci siamo risolti tra di noi), oppure cadute in boschi di spine, o addirittura alla ricerca della strada o del sentiero giusto, visto che ci siamo persi più di una voltaâ€.

Tutto è bene quel che finisce bene, viene lo stesso da dire.
L’avventura dei nostri tre amici, il 40enne di Provaglio Valsabbia Giuseppe Giacomini (Jago), il salodiano residente a Nuvolento Riccardo “Riky†Don che è il più giovane del gruppo con le sue 32 “primavere†e che è l’ideatore dell’impresa e Fabrizio “Cicio†Bonicelli che ha 36 anni ed è di Lumezzane, si è articolata in nove tappe che li ha portati a percorrere 770 km (800 quelli di Jago partito da Provaglio) sugli sterrati incantevoli della Toscana.

“Il paesaggio è sempre stato mutevole, passando dal piatto ed infinito paesaggio della pianura agli austeri Appennini del passo della Cisa (quel giorno soffiava un vento fortissimo, il cielo sempre minaccioso di pioggia e la temperatura quando abbiamo scollinato verso le 18.30 era di 12-14°C) - ci raccontano loro -. Poi abbiamo incontrato le spettacolari e dolci colline della Toscana.
Ovviamente c'è stato anche il tempo per una sosta al mare (Pietrasanta), a Lucca, Siena, San Gimignano, Monteriggioni, Bagno Vignoni, San Quirico d'Orcia e Viterbo. Alla fine il tonfo nel traffico caotico di Roma, con la nostalgia del silenzio e della quiete della campagna toscana.
Prezioso, fondamentale e per certi versi amorevole è stato il servizio del camper con Roberto e Valentinaâ€.

L’avventura di Riki, Cicio e Jago è stata una di quelle imprese che, già lo sappiamo, verranno sistemate per bene nella memoria di chi le ha vissute, aspettando di essere raccontate con dovizia di particolari ai nipotini.
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