Non c'è niente di meglio
di Itu

La primavera sta soffiando la sua energia nuova, cinque minuti al giorno per ringraziarla ancora.

 
Non c’è niente di meglio in questi giorni di guardare il ciliegio che dallo scuro dei rami ha lasciato i suoi nodi gemmosi aprirsi in quel labile colore di fiore tenero, accanto il pruno regala un’altra fioritura chiara e delicata.
 
Si danno appuntamento i bombi, ronzano di battiti d’ali frenetici a sostenere il peso, li vedo ubriachi oscillare tra un fiore e l’altro, sorprende che siano così in gamba a sopportare il loro lavoro di impollinatori.
Sotto il gatto osserva il movimento, mentre mi vede miagola di un verso rauco e lento e gonfio si incammina per prati: disdegna pure di mangiare.
 
Il prato si è macchiato di bianco, di giallo e azzurro, il verde s’innalza anche se aspetta l’acqua per inorgoglirsi.
In cucina devo sigillare estemporaneamente ogni pietanza, arrivano processioni di formiche che non hanno trovato ancora la libertà del giardino e che si infilano svelte nelle fessure del gas e del lavello: battaglie giornaliere di resistenza.
 
Ma è fuori che il tepore del sole e il canto degli uccelli svegliano alla primavera.
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