Sgominata banda a Rezzato
di Ubaldo Vallini

Le vittime venivano raggirate e private dei loro beni, per lo piů auto di lusso, camper e roulotte. Recentissimo il caso di un 32enne di Bione.

 
Si accorge di essere nel bel mezzo di una truffa ai suoi danni e chiama i carabinieri, ma non riesce ad evitare che un gruppo di malintenzionati prendano possesso della sua lussuosa roulotte.
Che passa di mano, in modo apparentemente regolare e senza che lui abbia firmato nulla.
La disavventura in quel di Rezzato ha per vittima un 32enne residente a Bione, che una decina di giorni fa ha denunciato l’accaduto nella caserma dei carabinieri di Lumezzane.
 
Ma non sarebbe l’unico, anzi, a subire l’onta della fregatura.
A porre fine alla lunga serie di truffe ci hanno pensato i carabinieri del comando provinciale di Brescia che questa mattina con un blitz hanno arrestato alcuni appartenenti ad una banda che faceva base nel campo nomadi di Rezzato e che stanno accertando a tutto campo altre responsabilitĂ  e connivenze.
I contorni dell’operazione e i dettagli verranno resi noti nelle prossime ore.
 
A quanto è dato di sapere in questo momento, i malviventi agivano indisturbati da qualche tempo, il giro d’affari era piuttosto ingente e la truffa veniva perpetrata con modalità collaudate.
I truffati venivano convinti a recarsi con la loro auto, il camper o la roulotte, al casello autostradale di Brescia Est, con la promessa che prima della consegna e della firma dei documenti per il trasferimento della proprietà sarebbero andati in banca in compagnia dell’acquirente per incassare quanto pattuito.
 
Così è successo anche nel caso del 32enne di Bione, quando l’oggetto del contendere è stata una roulotte di sei metri, più timone: aria condizionata, tv... il meglio insomma.
Condizioni pari al nuovo, valore sul mercato 17 mila euro.
 
Ecco come agivano.
Il bionese ha pubblicato descrizione e foto su un sito internet e il giorno dopo ha chiamato tal Michele: «Mi piace, portamela, andiamo in banca insieme a cambiare l’assegno, poi mi firmi i documenti e mi lasci la roulotte».
Quando il “nostro” si presenta al casello di Brescia Est col traino trova due uomini ad attenderlo, “Michele” sale in auto con lui e gli indica la strada, l’altro segue su una Mercedes.
 
Finiscono nel campo nomadi, dove vengono accerchiati da altri personaggi, che sganciano la roulotte, la attaccano alla Mercedes che riparte.
«Ora ci dai i documenti, li fotocopiamo, poi andiamo in banca insieme» gli dicono.
Lui fa il finto tonto, finge di starci, ma quando è il momento buono afferra i documenti, sale in auto e scappa.
Si porta nell’area di servizio sul lato opposto della tangenziale e chiama i carabinieri.
 
I truffatori lo chiamano al telefono, si fanno dire dov’è e lo raggiungono.
Gli richiedono i documenti e se li fanno fotocopiare dal gestore, gli fanno scrivere l’atto di vendita.
Lui tergiversa con la firma in attesa dei carabinieri.
Quando non ha piĂą la possibilitĂ  di perdere tempo, invece che firmare le carte, se le riprende e le strappa.
 
A questo punto i truffatori gli dicono che non avrebbe più visto né soldi né roulotte. E se ne vanno.
Tempo due minuti arriva la pattuglia dei militari, ma a quanto pare la flagranza di reato è sfumata, non possono fare più nulla.
Entro quello stesso giorno la roulotte è stata regolarmente intestata ad una donna di 22 anni, residente nel campo nomadi: sembra che nel caso dei rimorchi al di sotto dei 35 quintali sia sufficiente presentare alla Motorizzazione libretto e documento di identità di chi vuole intestarselo. Fa niente se il proprietario precedente afferma che è ancora sua? mah.
 
Il bionese si rivolge anche ad un avvocato, ma la procedura per rientrare in possesso della roulotte sembra lunga ed in salita.
Fino a questa mattina, quando i carabinieri si sono appiattati al casello di Brescia Est e sono usciti allo scoperto al momento opportuno, mentre era in corso la “vendita” di una BMW X6 da 50 mila euro.
 
Di una truffa simile, lo scorso mese di aprile, era rimasto vittima anche un imprenditore di Gavardo che era stato privato della sua Cayenne.
In quel caso erano intervenuti i carabinieri gavardesi al comando del maresciallo Santonicola.
 
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