Il ritorno di Federico Vaglia
di Giancarlo Marchesi
Grazie alla pubblicazione del volume «Federico Vaglia. Uno spirito moderno tra pittura e decorazione», la comunità idrese riscopre uno dei suoi artisti più illustri del secolo scorso
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Grazie al volume curato da Alberto Vaglia, che è stato accolto nell’interessante collana «Amici della Fondazione Civiltà Brescia», si è gettata nuova luce su questo poliedrico artista, attivo lungo il corso del Novecento tra decorazioni e opere da cavalletto.
Nei giorni scorsi l’agile volume, uscito con il fattivo supporto dell’amministrazione comunale, è stato presentato alla popolazione.
Una piccola folla gremiva la sala municipale, dove hanno fatto gli onori di casa il sindaco, Giuseppe Nabaffa, e l’assessore alla Cultura Alessandro Crescini, che si è ritagliato il ruolo di moderatore della serata.
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Ai curatori dei due saggi critici ospitati nel volume, Alfredo Bonomi e Michela Valotti, è stato affidato il compito di tratteggiare la figura e l’opera di Federico Vaglia.
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Bonomi ha illustrato il percorso artistico del Vaglia nell’ambito del ricco panorama culturale sabbino che tra la fine degli anni Trenta e il Secondo dopoguerra, poteva annoverare figure di rilievo come Edoardo Togni e Ottorino Garosio.
Lo studioso a reso omaggio all’artista idrese definendolo «un pittore versatile e ricco di intuizioni artistiche che sapevano superare l’angusta geografia del territorio lacustre».
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Dal canto suo, Michela Valotti ha inserito l’opera artistica di Federico Vaglia nel solco dei movimenti di più ampio raggio che hanno segnato l’arte del Novecento italiano e internazionale.
Entrambi gli studiosi si sono trovati concordi nell’affermare che l’opera di maggior pregio del Vaglia è senza dubbio il ciclo di decorazioni che impreziosisce i saloni e le stanze dell’albergo «Milano» di Idro, eseguito nei tardi anni Trenta, dove l’artista ha dato prova di saper rielaborare in chiave personale l’arte contemporanea.
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Il volume, che ha il pregio di far conoscere alle giovani generazioni un artista rimasto per troppi anni nell’ombra, si completa con l’affettuoso ricordo della figlia Mirka e con una carrellata dell’ultima produzione pittorica di Federico Vaglia, spentosi nel 1982.
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