Pasquetta in Rocca
di val.

E' il simbolo di Sabbio Chiese, ma potrebbe ben esserlo per tutta la Valle Sabbia. E' la Rocca di Sabbio Chiese che questo lunedì festeggia l'intervento di restauro

 
La si vede da lontano mentre si staglia imponente e sovrasta il paese, oppure quando offre il profilo affilato di una nave, dipende dal punto d'osservazione.
La Rocca di Sabbio è una presenza millenaria che il più recente dei terremoti valsabbini, quello del 2004, aveva reso piuttosto instabile.
Ci sono voluti anni di lavoro da parte di ditte e di volontari, e poco più di un milione e seicento mila euro, per farla tornare all'antico splendore.

Di fuori e di dentro.
Prima rinsaldata nella struttura architettonica originaria.
Poi spettacolarmente restaurata nelle bellezze che racchiude e conserva gelosamente nelle due chiese sovrapposte e dedicate ora al culto, ora all'arte.
La parte superiore dell'antica fortezza divenuta un inno alla Madonna, infatti, si è ben prestata ad ospitare eventi culturali d'eccezione: la prestigiosa mostra "Dei monti e dei laghi - il paesaggio Lombardo nella pittura dell'Ottocento da Piccio a Segantini", aperta e in occasione delle decennali dello scorso settembre, è solo l'occasione più recente, che per altro ha registrato un successo straordinario di critica e presenze.
 
Ebbene: con l'ultimo intervento conservativo il capitolo si è chiuso.
Anche se per la verità la Rocca è visitabile da un pezzo, la Pasquetta di quest'anno servirà per la simbolica cerimonia di consegna del manufatto alla popolazione.
La messa "grande" all'interno del santuario, che verrà celebrata dal parroco don Francesco Monchieri alle 11 del mattino, verrà infatti preceduta nel prato davanti all'ingresso dal saluto del sindaco di Sabbio CHiese Rinaldo Bollani.

Per l'occasione sarà benedetto il santuario e si procederà alla posa di una stele che ricorderà l'avvenuto restauro dell'intera struttura.
Una "pasqua", che in ebraico significa "passare oltre", anche per la più bella delle rocche millenarie che ancora la Valsabbia conserva, insomma.
E ci si è andati davvero vicino, col terremoto, alla distruzione di questa importante testimonianza dello scorrere del tempo.
 
Meritevole di lode, quindi, la decisione degli amministratori e della parrocchia di perseguirne con tenacia la sistemazione.
Con il sostegno dell'intero paese, che della sua Rocca certo non può fare senza.
Resta da fare, ma tutto è già pronto, l'ultimo intervento sulla "voce" del maniero: le campane.
 
E' recentissimo, infatti, il nulla-osta della Soprintendenza di Brescia al progetto di sistemazione dei cinque bronzi in Re bemolle che da secoli vibrano nella torre campanaria.
A Pasqua e Pasquetta le campane suoneranno "alla vecchia", presto però potranno ricominciare a farlo in piena sicurezza e soprattutto senza il rischio che i rintocchi possano essere causa di ulteriori danni strutturali.

Lavori di pertinenza della parrocchia, finanziamento comunale, con 25 mila euro.
Verranno tirati a lucido i vari meccanismi, le campane saranno raccordate sul posto mentre i battagli saranno oggetto di riforgiatura in fabbrica.
Soprattutto verrà posizionato un nuovo telaio in acciaio con tutta una serie di giunti capaci di assorbire ogni vibrazione, tenendola lontana dalle pareti del vecchio campanile.
 
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