Dramma in Angola muore 49enne di Sabbio
di Ubaldo Vallini

Luca Monferone dal 1996 abitava con la famiglia a Sabbio Chiese. Mercoledì scorso insieme ad altri tre tecnici è precipitato in un pozzo per sessanta metri

 
«Stavamo aspettando che le nostre due figlie diventassero grandi, lui sognava di avere il tempo di mettersi a pescare, io gli sarei stata accanto».
Emanuela ci ha provato, ma non ce la fa a sopportare il dolore e scoppia in lacrime.
La figlia Claudia le prende la mano e glie la stringe forte.
Laura di qualche anno più giovane intanto accoglie i numerosi amici che varcano la porta di casa.
 
E' quel che resta della famiglia Monferone, di Sabbio Chiese.
Il dramma si è consumato mercoledì scorso a Kambambe, a duecento chilometri da Luanda, in Angola.
I particolari dell'incidente ancora sfuggono, non la consapevolezza dell'irreparabile.
Si dice che fossero in otto su un'impalcatura, che la struttura abbia ceduto improvvisamente.
I quattro sarebbero precipitati in un pozzo per una sessantina di metri, senza scampo.
 
Si sa che uno di loro era Luca Monferone.
Aveva compiuto 49 anni alla fine di gennaio, perito minerario, originario di Agordo in provincia di Belluno, dal 1996 abitava con la famiglia al civico 27 di via Moretti a Sabbio Chiese, dove negli anni si era conquistato la stima di tutti.
 
«Era uno dei nostri» ci dicono in paese, dove era considerato un valsabbino a tutti gli effetti.
Lungo le sponde del Chiese, Luca era approdato al seguito della ditta GaBi per costruire gallerie: quelle della Tangenziale che passa alle spalle di Sabbio, ma anche le più recenti lungo la Gardesana.
Ultimamente il lavoro era venuto meno, le trasferte con la nuova ditta, la bergamasca Edilmac si erano fatte più lunghe e da qualche anno gli capitava spesso di dover rimanere fuori casa per l'intera settimana, due al massimo.
«Un mese quella volta che era stato in Sardegna» ci dice Claudia.
 
Lo scorso 4 di aprile proprio avrebbe preferito rimanere a casa, invece che partire per l'Angola, senza un'idea esatta di quando avrebbe potuto fare ritorno.
Per fortuna con gli anni è migliorata anche la possibilità di comunicare e tutte le sere c'era Skype a riunire la famiglia: «Tieni duro Emanuela, vedrai che bello quando avremo il tempo di andare a pescare».
 
Le pratiche per il rientro della salma sono già state avviate e l'ipotesi, al momento è che possa rientrare in Italia mercoledì prossimo.
Gli amici sono già d'accordo e la famiglia ha acconsentito: la camera ardente verrà allestita nei locali del ricovero di Sabbio.
 
Nell’incidente - dicevamo - sono morte anche altre tre persone, un geologo brasiliano e due operai dell’Angola e del Marocco. Quest'ultimo abitava nella Bergamasca e sarebbe diventato papà fra una quindicina di giorni.
Nel Bellunese abitano i fratelli di Luca Monferone: Lorenzo, Lucio e Andrea, tutti impegnati nel settore minerario.
Luca Monferone si era diplomato perito nella metà degli anni Ottanta all’Istituto minerario «Umberto Follador» di Agordo. Amava la sua professione.
Tutti lo ricordano come un uomo buono, aperto al dialogo e sempre sorridente. Un eccellente professionista.

 
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