Ancora chiusi Maniva e Gaver
di val.

Tutto ancora da stabilire per la riapertura delle due stazioni sciistiche. Potrebbe costare cara a Carlo Gervasoni la decisione presa sabato di forzare il blocco

L'ira di Gervasoni




Poca neve quella caduta ieri, ma temperature in aumento.
Fattori che potrebbero aver reso ancora più instabili i versanti che scaricano slavine sulla Provinciale 345 che da Collio porta al Maniva e lungo la 669 che da Bagolino risale la Valle del Caffaro fino al Gaver.

Entrambe le località sciistiche sono rimaste chiuse per l’intero fine settimana e solo nelle prossime ore si potrà sapere, grazie ai sopralluoghi del nivologo e alle conseguenti decisioni dei funzionari del servizio Manutenzione strade della Provincia, quando potranno riaprire.

Probabilmente saranno necessari uno o più “passaggi” con l’elicottero dotato di “daisy bell”, la campana che esplodendo gas al suo interno produce le vibrazioni che indirizzate nel punto giusto provocano il distacco delle masse nevose pericolanti.

Rischia invece di finire in un tribunale il colpo di mano di Carlo Gervasoni, patron della Sat, che sabato ha forzato il blocco imposto dalla Provincia facendosi largo col gatto delle nevi per portare a valle sette turisti di Varese e le loro auto. Certo, lui, di non aver corso nessun rischio, «dopo aver personalmente appurato che di lassù la neve non viene giù nemmeno a cannonate».

Una squadra della Provincia è così dovuta tornare a Valle Dorizzo a ripristinare le barriere di cemento e da Brescia valuteranno se far partire la relativa denuncia.
Intanto gli appassionati attendono con ansia che su tanta abbondanza di neve presto ci si possa andare con gli sci.
 
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