Il sindaco Vezzola, aggredito in piazza
di val.

Prima devasta un locale pretendendo il pagamento di una vincita mai avvenuta, poi aggredisce il sindaco a calci e pugni.
E' accaduto questo lunedì pomeriggio a Gavardo



Aggredito a calci e pugni, prima in piazza Marconi, poi anche dentro al municipio dove ha cercato riparo.
La brutta avventura è capitata ad Emanuele Vezzola, sindaco di Gavardo, che intorno alle 17 di oggi (lunedì) si è ritrovato a tu per tu con un energumeno che l’ha affrontato con estrema volenza e senza un motivo apparente.

Ventidue anni, albanese, regolare sul territorio italiano, operaio edile ma di fatto nullafacente, l’aggressore si trova ora in stato di fermo e non avrebbe ancora spiegato i motivi del suo folle gesto.
Nega anzi di aver picchiato il sindaco, pur ammettendo la devastazione all’interno del municipio, noncurante del fatto che le telecamere a circuito chiuso hanno registrato tutto quanto.

Il pomeriggio di follia del giovane albanese era cominciato prima dell’incontro col sindaco di Gavardo.
L’uomo, infatti, era già andato in escandescenza in un locale pubblico di Bostone, dove pretendeva di essere pagato per una vincita al gioco che non era mai avvenuta. Al rifiuto dei titolari, cinesi, di corrispondergli la cifra che chiedeva, se l’era presa con alcune suppellettili del locale mandandole in frantumi.

Si sa poi che ha raggiunto la piazza sulla quale apre il municipio gavardese, percorrendo un paio di chilometri a piedi e senza causare altri guai. Fino a quando ha incontrato il sindaco Vezzola che stava raggiungendo la sua auto nel parcheggio, dopo aver incontrato il pubblico nel suo ufficio in municipio.

Lì gli ha sferrato un violento pugno sullo sterno
, poi un calcio ad una mano.
Vezzola è riuscito a scappare riparando all’interno del municipio, inseguito dall’aggressore che pronunciando frasi sconnesse era deciso a dargliene ancora.
E’ però riuscito a prendersela solo con un paio di vetrate, mandandole in frantumi.

A quel punto sono intervenuti gli agenti della Locale e i carabinieri della stazione di Gavardo, che non hanno avuto grosse difficoltà ad immobilizzare l’aggressore.
Il sindaco è stato medicato al Pronto soccorso dell’ospedale, dove gli hanno riconosciuto 5 giorni di prognosi per le contusioni e per il comprensibile stato di agitazione che l’ha colto.

L’albanese, prima di finire nelle celle di sicurezza della caserma dei carabinieri, è stato anche lui medicato per ferite lacerocontuse alla mano destra.
Il sindaco Vezzola pare non conoscesse il suo aggressore e non ci sarebbero nemmeno motivazioni in grado di spiegare un qualche desiderio di rivalsa da parte sua nei confronti dell’istituzione che Vezzola sta rappresentando.

Le motivazioni, insomma, sarebbero da ricercare nell’instabilità psichica del soggetto, o nell’abuso di sostanze stupefacenti.
In tal senso sono in corso degli accertamenti.
L’episodio, in ogni caso non sarebbe da collegare alle minacce, anonime, ricevute via lettera da Vezzola fra settembre e ottobre dello scorso anno.

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Chiaramente si è trattato del gesto di un folle, ma c'è da capire.
L'aggressione sarebbe avvenuta nei confronti di chiunque in quel momento si fosse trovato a passare di lì oppure ad essere preso di mira è stato proprio il sindaco, il rappresentante delle istituzioni gavardesi?
In entambi i casi non può che scattare la solidarietà umana nei confronti di Emanuele Vezzola.
Nel secondo frangente, tuttavia, l'aggressione del 22enne assumerebbe contorni assai più gravi ed inquietanti, da meritare riflessioni più approfondite.
Ubaldo Vallini



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