Le cicale e le formiche
di Elena Bini

Lettera lunga ed articolata, quella pervenuta ieri sera in redazione a firma della signora Elena Bini. Riguarda il lago d'Idro e le sue questioni. Per chi se ne interessa la lettura è doverosa. Pubblichiamo volentieri



Egregio direttore Vallini,

la ringrazio per aver riacceso ancora una volta sul suo giornale la discussione a proposito delle sorti della Valle Sabbia in relazione all’Accordo di Programma firmato il 5 agosto 2008 dagli allora Sindaci di Bagolino, Idro, Anfo e Lavenone.
Le sono grata inoltre per avermi sempre consentito di esporre il mio pensiero e le informazioni da me raccolte in questi lunghi anni, sia a commento di articoli o lettere altrui, sia in mie lettere, come questa che oggi Le chiedo cortesemente di pubblicare e che è rivolta in particolare ad ogni abitante della Valle Sabbia.

Stendendola, mi sono resa conto che una sintesi avrebbe tolto significato e validità al mio scrivere, ma un’analisi più dettagliata necessitava di uno spazio davvero notevole.
Mi scuso fin d’ora per la prolissità.

L’imminente scadenza elettorale in ben 3 dei 4 Comuni firmatari sta scatenando, com’è giusto che sia, riflessioni da ogni dove. Non posso esimermi, credo, dall’esporre ancora una volta la posizione ottimamente riassunta nello slogan ideato da una giovane mente e che l’associazione Amici della Terra ha subito adottato anche sul nuovo striscione posto all’incile del lago, di cui Le allego una foto che spero pubblicherà: “Il nostro lago non si vende, si difende”.

Mi piacerebbe dilungarmi descrivendo la mia personale analisi dei fatti a partire fin dal 2007, ma ho rispetto del lettore e mi limito all’odierno.
Sottolineo che alla mia analisi ho scelto di far precedere l’elenco di alcuni documenti, e mi permetto di rivolgere un caloroso invito a chiunque stia leggendo questa lettera a trovare, durante o alla fine della lettura, un poco di tempo per digitare in un motore di ricerca “Regione Lombardia Lago d’Idro” e dare un’occhiata ai numerosi documenti a disposizione di chiunque.
Leggerli tutti impiegherà molte ore, ma tengo a precisare che quanto vado a scrivere è il frutto della lettura di gran parte di quei documenti, nel corso di questi ultimi anni. Sarà quindi possibile per ognuno verificare personalmente quale interpretazione io possa aver dato ad essi.

Una premessa puramente tecnica, ma di fondamentale importanza per la corretta comprensione dei documenti: molti documenti riportano le quote slm (sul livello del mare), oppure IGM, mentre molti documenti riferiscono le quote citate all’idrometro di Idro.
La differenza è di ben 2 metri:
- per esempio la quota di minima regolazione prevista dal progetto è di 366,75m (idrometro) che è uguale a 364,75m slm (o IGM);
- oppure la quota prevista dal progetto definitivo come massima regolazione è di 370m (idrometro) che è uguale a 368m slm (o IGM);
- oppure la quota di massimo invaso prevista dal progetto è di 373,23m (idrometro) che è uguale a 371,23m slm (o IGM).
So che la cosa confonde parecchio, almeno all’inizio, e soprattutto può indurre in ingannevoli conclusioni.

Come ultima precisazione, prima di addentrarmi nei documenti, mi preme sfatare un paio di leggende metropolitane:
1) non ho mai letto nulla riguardo alla voce che il progetto delle nuove opere abbia a che vedere con il progetto per il nuovo ingresso al paese di Idro;
2) il lago così bello negli ultimi 6 anni non è certo frutto dell’Accordo di Programma 5/8/2008, ma è vero il contrario: senza le nuove opere non è fisicamente possibile avere una regolazione diversa dalla attuale; solo con le nuove opere sottoscritte con l’Accordo di Programma 5/8/2008 sarà fisicamente possibile un’escursione di 3,25 metri verticali a partire da quota massima di 370m (idrometro).

ELENCO dei documenti presenti nel sito www.lagodidro.regione.lombardia.it, tutti citati nel testo che segue (spero non ci siano errori nei link):
A) clic a sinistra su “Progetto”, clic “progetto definitivo”, in allegato clic su pdf “Relazione descrittiva generale del progetto definitivo…”
B) clic a sinistra su “Progetto”, clic “progetto definitivo”, clic “conferenza di servizi”, clic “conferenza di servizi decisoria ed elaborati progettuali-Lago d’Idro”, clic su pdf “A-Elaborati progettuali-progetto definitivo” e al suo interno PDF-Relazioni- D-AT-GN-OPG-R001-rev5_relazione_generale
C) clic a sinistra su “La Regola Attuale”, menu a cascata clic “La concessione per la regolazione”
D) clic a sinistra su “Progetto”, clic “progetto definitivo”, clic “conferenza di servizi”, clic “conferenza di servizi decisoria ed elaborati progettuali-Lago d’Idro”, clic su pdf “Progetto definitivo-Studi ambientali” e al suo interno PDF-Relazioni- DAT-AM-OPG-R008-0 MATTM 
E) clic a sinistra su “Progetto”, clic “progetto definitivo”, clic “conferenza di servizi”, clic “conferenza di servizi decisoria ed elaborati progettuali-Lago d’Idro”, clic su pdf “G-Opere civili e strutturali-progetto definitivo” e al suo interno PDF-Relazioni- DAT-ET-OPG-R003-0-MIT
F) clic a sinistra su “Progetto”, clic “progetto definitivo”, clic “conferenza di servizi”, clic “conferenza di servizi decisoria ed elaborati progettuali-Lago d’Idro”, clic su pdf “Progetto definitivo-Studi ambientali” e al suo interno PDF- D-AT-AM-OPG-R-006-0_integrazioniSIA
G) clic a sinistra su “Progetto”, clic “progetto definitivo”, clic “conferenza di servizi”, clic “Seconda conferenza decisoria…”, clic su “Risposte alle osservazioni”, pdf “Risposta di ILSPA…”
H) clic a sinistra su “Progetto”, clic “progetto definitivo”, clic “conferenza di servizi”, clic “conclusione del procedimento della conferenza di servizi – Lago d’Idro; Allegato in pdf “D.d.u.o. n.1949…”

Poco più di un mese fa il “progetto per la realizzazione delle nuove opere di regolazione per la messa in sicurezza del lago d’Idro” è giunto alla conclusione del procedimento della conferenza di servizi. Il documento finale è datato 7 marzo 2014 (doc H).
Questa la mia personale interpretazione dei fatti desunta dai documenti a disposizione di chiunque.

Inizio a ragionare partendo da “I vincoli progettuali” riportati a pag.8 del documento A:
“Le opere saranno dimensionate per:
- garantire la messa in sicurezza idraulica del lago d’Idro
- garantire la possibilità di attuazione futura della politica di gestione dei livelli di cui al Regolamento di gestione del 2002.


Regione Lombardia si è presentata sul lago con un problema da risolvere di sicurezza sia idrogeologica (la paleofrana), sia idraulica (la galleria degli agricoltori ripristinata, ma non collaudata). Fin qui, nulla da eccepire.
La grave situazione che ha generato intorno al lago acerrimi contrasti (peraltro ben prevedibili) si è creata nel momento in cui Regione Lombardia ha scelto di far coesistere nel progetto delle nuove opere “per la sicurezza” il “vincolo di garantire la possibilità di attuazione futura della politica di gestione dei livelli di cui al Regolamento di gestione del 2002”.
La situazione si è resa poi ancora più dolente e contrastata (anche ciò ben prevedibile) a causa della sottoscrizione di tale progetto da parte dei Sindaci firmatari l’Accordo di Programma 5/8/2008.

Questo vincolo ha infatti portato con sé
come OBBLIGATORIE le seguenti conseguenze, tutte gravose e pericolose per i valsabbini, proprio nell’ambito di quella sicurezza “bandiera” tanto sbandierata nell’accordo:

1) progettazione di uno scavo nell’alveo del fiume Chiese anche al piede della paleofrana, ovvero proprio ciò che per sicurezza non andrebbe MAI e poi mai fatto. Scavo indispensabile solo se si deve consentire che il lago possa scendere alla quota di minima regolazione a 366,75 m (idrometro) mantenendo un minimo ma costante volume di acqua nel fiume Chiese (il Deflusso Minimo Vitale) (pag.109 doc A, oppure pag.108 doc B);

2) progettazione di una nuova galleria di bypass che per portata sia in grado di svuotare rapidamente il lago qualora si verifichi una piena in coincidenza con il lago a quota 370 m (idrometro), cioè alla quota di massima regolazione per usi produttivistici prevista a partire dal mese di giugno. Il dimensionamento della galleria è infatti in relazione non solo con la piena millenaria (sicurezza), ma anche con la quota di massima regolazione (utilizzi produttivistici). Immaginatevi piogge intense e/o persistenti a giugno con il lago a 370m, che come i lacustri ben sanno è la quota limite dell’allagamento. Che fare?

3) Non c’è altro da fare che previsioni meteo e svasi preventivi, prevede il progetto. Confidando in un Ente Gestore non troppo di parte, che non abbia cioè interessi nello scegliere se perdere o meno preziosi (economicamente) volumi invasati per tentare di limitare i danni ai valsabbini.
Attualmente l’Ente Gestore è SLI di Calcinato a supporto di un Commissario Regionale (doc C).
Ricordando che stiamo parlando di lago a quota 370m (idrometro), che i lacustri ben sanno è la quota limite dell’allagamento, procediamo:

4) previsione di portate di più di 300-330 metri cubi al secondo nel Chiese sub lacuale in concomitanza con eventi di piena, quindi piogge intense. Quindi a nord abbiamo chi si allaga, a valle un Chiese in onda di piena.
La capacità di smaltire questa portata da parte del sub lacuale non è stata studiata dai progettisti poiché, hanno spiegato, la portata è la stessa che potrebbe teoricamente uscire dalle attuali opere, anche se mai si è verificata nell’ultimo secolo.
Ad oggi tuttavia essa è in via di verifica solo grazie alle prescrizioni dei Ministeri coinvolti, ma ciò non comporterà modifiche al progetto, ormai approvato (pag.4 doc D, pag.7 e pag.15 doc E).

I progettisti hanno fatto il possibile per far quadrare tutti i vincoli, ma il risultato è stato deludente: il progetto di messa in sicurezza mette tutti noi valsabbini in maggior pericolo poiché è costretto a rispettare il vincolo di garantire 3,25m di escursione a favore delle attività produttive.

Per farmi meglio capire
, ipotizzo: una regolazione a partire per esempio da quota massima 369m (idrometro) lascerebbe un metro verticale in più per il controllo delle piene, ed il fermarsi all’attuale quota minima di 367,20m (idrometro) non comporterebbe lo scavo al piede della paleofrana.
Certo, si ridurrebbe l’escursione a fini produttivistici da 3,25m a 1,80m, cosa possibile solo a patto di rivedere gli accordi istituzionali che Regione Lombardia ha già in atto con i concessionari idroelettrici trentini e sub lacuali e con gli utilizzatori per uso irriguo; e a patto di ammodernare finalmente l’attuale obsoleto sistema d’irrigazione a scorrimento con moderni sistemi più virtuosi dal punto di vista del risparmio idrico.
Al momento accade invece che, per poter rispettare gli accordi presi, Regione Lombardia non possa far altro che limitare la sicurezza per la Valle Sabbia.

La Valle Sabbia, o meglio, i Sindaci lacustri hanno dato il loro assenso al progetto delle nuove opere con la firma del 5/8/2008, portando a casa null’altro che 10,25 milioni di euro. Importanti, certo. Ma non se a scapito della sicurezza!
Non c’è alternativa tecnica, è un aut aut: o si sacrifica la regola di 3,25m, oppure si sacrifica la sicurezza per i valsabbini. Stanti gli accordi in atto, è stata sacrificata la seconda.
Dovrebbe essere a questo punto chiaro che non ha alcun senso il sostenere che fatte le opere si ridurrà la regola: è questa un’altra leggenda metropolitana, atta solo a confondere i confusi.

Una critica che mi è stata già fatta: ma siete ambientalisti o ingegneri? Perché vi preoccupate della sicurezza? Ci saranno fior di tecnici ad occuparsene. Spiego il perché.
Dai documenti che ho potuto consultare, mi risulta vi siano tre tipologie di tecnici che hanno lavorato su a questo progetto:

1) i tecnici progettisti di Infrastrutture Lombarde: essi non hanno mai e poi mai messo in discussione il 3,25m. Semplicemente non possono: questo è l’obiettivo dell’incarico che hanno ricevuto, cioè il loro compito.
Una loro ricorrente risposta a molte osservazioni al progetto è stata: “Il Regolamento di gestione è del 2002, ben antecedente al progetto per la messa in sicurezza in oggetto” (doc F, pagg. da 141 a 152); oppure: “le osservazioni inerenti la regola di gestione non sono oggetto del progetto che ha assunto tali dati come input” (doc G). Pertanto è ovvio: i tecnici di Infrastrutture Lombarde hanno ricevuto incarico di rispettare il Regolamento 2002 dal Committente Regione Lombardia. Per questi tecnici il 3,25m è un vincolo primario, è la “regola” (doc G pag.4). L’hanno anteposta persino alla sicurezza delle persone: infatti hanno dovuto limitare pesantemente la sicurezza per ottenere il 3,25m.

2) Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha accolto moltissime osservazioni di carattere ambientale e le ha trasformate in prescrizioni al progetto, ma non si è fermato: ha presentato ai progettisti osservazioni, raccomandazioni e prescrizioni anche in termini di sicurezza, quale la seguente raccomandazione che cito testuale dal doc D, pag 54:
 “Pur condividendo la situazione progettuale che non prevede la realizzazione di una soglia fisica all’imbocco della galleria e tenuto conto del fatto che allo stato attuale non sono previste modifiche alla regolazione del Lago di Idro, considerando i risultati della modellazione idraulica (allagamento delle aree a monte del lago), si ritiene opportuno evidenziare che qualora gli enti competenti dovessero pervenire ad una revisione del Regolamento del 21 marzo 2002, sarà opportuno eseguire ulteriori approfondimenti, con il coinvolgimento degli Enti locali interessati e degli altri portatori di interesse, sull’analisi di un eventuale diverso livello di massimo invaso ad una quota inferiore rispetto a quella prospettata nei documenti progettuali al fine di consentire un maggior volume utile alla laminazione dell’onda di piena del progetto e un minor ricorso agli svasi preventivi, eventualmente ricorrendo alla sottoscrizione di un “contratto di lago”.”

3) Anche il Ministero per le Infrastrutture e Trasporti (MIT) ha espresso ai progettisti – tra le numerose altre – la seguente prescrizione che pone la sicurezza come alternativa al Regolamento a 3,25m (cito testualmente anche questa, tratta dal doc E, pag.30):
L’attuale configurazione della nuova opera di sbarramento non garantisce un adeguato margine di sicurezza idraulica in termini di franco rispetto al coronamento; è pertanto necessario una modifica delle opere di progetto (quota di coronamento e zone di contenimento laterale) ovvero delle condizioni di regolazione del lago, con garanzia del rispetto del franco e del franco netto minimo regolamentare in condizioni di massimo invaso.

Questa prescrizione del MIT non è stata mai ottemperata da Infrastrutture Lombarde. Per quanto di mia conoscenza, il progetto non rispetta le norme tecniche in riferimento alla sicurezza idraulica ed i progettisti hanno pensato di dichiarare di rimandare tale modifica in sede di progetto esecutivo (doc G pag.2).

Ebbene, è evidente: nessun tecnico sa risolvere il PROBLEMA SICUREZZA senza mettere mano alla REGOLAZIONE DI 3,25m.
I tecnici non possono, insomma, risolvere un problema che è “politico”: definire la nuova regola condivisa PRIMA di progettare le nuove opere.
Ricordo che l’ente competente a rivedere il Regolamento 2002 è solo Regione Lombardia.

Riporto un ultimo stralcio (pag.90 del doc D) che aiuta a comprendere quanto appena esposto, ove si riporta, tra le condizioni poste dalla Provincia di Trento, la seguente:
“Rimane parimenti il fatto che per prevenire il superamento della quota di massimo invaso sarà di fatto necessario mantenere un adeguato franco di sicurezza (“colletto”), determinando una sostanziale riduzione della capacità utile di invaso del lago necessaria alle esigenze irrigue di valle; così facendo si vanifica, in parte, il fine delle opere in oggetto e si creano le condizioni tali per cui, al fine di mantenere tale franco, sarebbe necessario procedere nel prelievo dal lago di portate superiori alle effettive necessità irrigue ovvero effettuare aperture preventive degli scarichi manovrabili delle nuove opere; in questo modo si renderebbe di fatto superata la Regola 2002; cosa, questa, non possibile per una pacifica gestione del lago a fini irrigui in coordinamento con gli invasi dell’Alto Chiese.”

La “pacifica gestione”
tra utilizzatori idroelettrici ed utilizzatori irrigui, entrambi fruitori che monetizzano l’acqua del lago d’Idro anche a fini privatistici, ha un punto gravemente dolente: la sicurezza del lago d’Idro e della Valle Sabbia.

Queste le mie personali conclusioni.

Ad oggi il problema non è puramente tecnico, non è solo ambientale in senso stretto, bensì è soprattutto prettamente politico.
Personalmente ritengo che nel 2008 i Sindaci firmatari abbiano commesso un grave errore politico non rappresentando adeguatamente i diritti dei loro cittadini, lasciando invece la difesa di questi diritti in mano al già esistente Movimento Popolare per la salvaguardia dell’ambiente “Salviamo il lago”, che da subito aveva segnalato la strumentalizzazione del fattore sicurezza al fine di ottenere la fattibilità della regola a 3,25m.

Essendo tuttavia la vera soluzione al problema sicurezza, già nel 2008 ed ancor oggi, proprio la Nuova Regola Condivisa per lo sfruttamento delle acque del lago d’Idro, quindi a favore delle rivendicazioni di “Salviamo il lago”, ciò ha dato fiato ai sostenitori dell’Accordo di Programma 2008: insinuazioni di conflitti d’interesse, strascichi – ancor oggi attivi - di vili azioni di discredito personale rivolte ad esponenti e a sostenitori del Movimento Popolare “Salviamo il lago”, la superficiale quanto pericolosa accusa che “l’opporsi alle nuove opere in progetto” possa mettere in pericolo la Valle Sabbia! Quando è vero l’opposto!

Ritengo ci sia ancora tempo e modo per porre rimedio alla situazione, ma bisogna darsi da fare subito.
In primo luogo fermare questo progetto, che porterebbe lacustri e sublacuali a vivere una vita d’angoscia nel timore di procurati allagamenti, frane, inondazioni. In che modo:

a) Innanzitutto documentarsi, al fine di avere personale cognizione del problema. Il problema non sono gli interessi personali di una manciata di lacustri, tantomeno miei, come a qualcuno fa ancor oggi incosciente gioco far credere. Il problema è la sicurezza, un futuro vivibile per i valsabbini.

b) Informarsi riguardo al ricorso del Comune di Idro Amministrazione Nabaffa contro questo Progetto: è possibile ed è importante sottoscriverlo, sia come privati cittadini sia come Aziende sia come Associazioni. La sottoscrizione è senza alcun costo né aggravio.

c) Informarsi riguardo al ricorso contro questo Progetto dell’associazione Amici della Terra curato dall’Avv. Prof. Fausto Capelli e dall’Avv. Carlo Braga: è possibile ed è importante sottoscriverlo, sia come privati cittadini sia come Aziende sia come Associazioni. La sottoscrizione è senza alcun costo né aggravio.
In secondo luogo sostenere la proposta di soluzione al problema: la definizione della Nuova Regola Condivisa PRIMA dell’inizio dei lavori. In che modo:

d) Partecipare alle pubbliche assemblee riguardanti la questione lago per mantenersi informati.

e) Approfittare delle imminenti elezioni per sollecitare i candidati alle Amministrative dei Comuni valsabbini ad interessarsi alla questione e a prendere posizione in merito.

f) Quanto alle elezioni a Idro, è evidente che un’eventuale Amministrazione di Idro favorevole alle opere in progetto non potrà affatto garantire la soluzione al problema sicurezza, potrà solo garantire l’accesso a quel denaro (2,6 milioni di euro) strettamente vincolato alla sottoscrizione delle opere come da progetto. Si tratta per ciascun elettore di Idro di scegliere se voler svendere o no il proprio futuro, si tratta di scegliere se voler vivere da cicale oppure da formiche.

g) Sostenere quelle istituzioni che hanno lavorato con dedizione, determinazione e coraggio per affrontare il problema della sicurezza della Valle Sabbia. Ad ora è solo l’Amministrazione Nabaffa del Comune di Idro ad aver dimostrato coi fatti di aver compreso la gravità del problema.

h) Chiedere a gran voce alle istituzioni competenti (in primis Regione Lombardia, poi Comuni valsabbini, Provincia di Trento, Ministeri coinvolti, …), in qualsivoglia lecita modalità, l’immediata apertura del TAVOLO PER LA REGOLA CONDIVISA e la sua chiusura PRIMA dell’inizio dei lavori. Diamo forza alla politica affinché sia in grado di tutelarci.
Questa è, a mio modesto parere, la soluzione al problema.

Cordiali saluti
Elena Bini
Idro, lì 25 Aprile 2014
140427_formiche.jpg