Fusione fra Comuni
di Aldo Pasquazzo

I consigli comunali di Brione e Cimego già qualche giorno fa si erano espressi a favore della fusione. Ieri l’altro, mercoledì, sempre all’unanimità, è stata la volta di Condino



Il sindaco di Castel Condino Maurizio Tarolli, invece, ha fatto sapere che ne parlerà solo esclusivamente e formalmente lunedì prossimo (18 agosto) in consiglio.
In quella sede la questione non è prevista all’ordine del giorno, ma sarà comunque trattata tra le "varie".

Una cosa è certa. La scelta dei castellani è e resta determinante.
«Da parte mia ne pregiudiziali ne scelte scontate. Sarà la mia gente, attraverso un'operazione ascolto prevista per settembre, a decidere se intraprendere (e con chi) o meno il discorso fusione. Diversamente non se ne farà nulla» avvertiva non più tardi di ieri mattina lo stesso Maurizio Tarolli.

Ancora Tarolli. “Al di la dei sostentamenti previsti – aggiunge il primo cittadino di Castello – dovrà essere la popolazione a decidere se fare o non fare fusioni e non i singoli amministratori“.

Tendenzialmente Cimego potrebbe anche guardare a Pieve di Bono.
Lo potrebbe fare se a rimorchio ci dovesse aggregare Castello. Cosa improbabile perché già nel 2012 il paese dei bancari (Castello) si era detto non propenso ad un matrimonio a due (solo con Cimego).

Ermanno Pizzini, imprenditore ma già sindaco per diverse legislature in quel di Condino, dà una sua interpretazione.
«Tornare a riunificare i un solo comune i quattro paesi di una volta (Brione, Cimego, Castello e Condino) sarebbe la soluzione più logica. E’ evidente che il baricentro di tutto (come già lo era stato nella fusione casearia se andare o meno con  Storo) è e resta Castello».

La questione ha delle scadenze: approvazione del progetto 30 settembre, eventuale referendum prima di Natale e operatività gennaio 2016.

Ma dello scontato orientamento di Condino circa la fusione a quattro, ne parla lo stesso sindaco Giorgio Butterini che tra l’altro è anche presidente dell’ente Bim del Chiese.

E dice: «Esprimo soddisfazione per il percorso avviato. Si tratta di un'azione responsabile e logica rispetto al momento socio-economico, istituzionale e politico che viviamo, ma, per quanto ci riguarda, anche un'iniziativa coerente con il nostro programma elettorale, fortemente orientato verso la sovracomunalità.
Da anni sostengo che in Valle del Chiese dovrebbero esservi quattro comuni in corrispondenza degli ambiti di Storo, Condino, Pieve di Bono e Roncone».

«Siamo profondamente convinti che in un momento così delicato le unioni, le alleanze, le sinergie ad ogni li livello costituiscano la più congeniale soluzione verso molti problemi contemporanei - aggiunge Butterini -. In altre parole, al di là della necessità del momento, la fusione dei comuni rappresenta un'opportunità sulla quale abbiamo concentrato attenzioni ed energie sin dall'inizio del mandato, anche se è fisiologico che alcuni processi richiedano tempo».

E se un comune decidesse di non aderire al progetto?
«Un'eventuale defezione rappresenterebbe un motivo di grande rammarico e un atto di irresponsabilità oggettiva da parte degli amministratori, ma si va avanti comunque: questo è un treno che non possiamo permetterci di perdere, non solo per il bene della comunità, ma per la sua stessa sopravvivenza».

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