Partito il progetto «Mali 11»
di c.f.

partito a met novembre il primo turno dei volontari del Gruppo Mali Gavardo che andranno a costruire un ospedale maternit a Kayes, nel nord-ovest del Mali.

Sarà festeggiato in Mali il ventesimo anniversario di fondazione del Gruppo Mali Gavardo, il sodalizio gavardese che, appunto, da vent’anni costruisce scuole, centri professionali, centri di formazione e ospedali in Africa.
Il regalo di compleanno, però, saranno loro ancora una volta a farlo agli altri. Sarà la costruzione di un nuovo ospedale, il quinto negli ultimi cinque anni, a Kayes, una cittadina al nord-ovest del Mali, capoluogo dell’omonima regione, a pochi chilometri dal confine con il Senegal e a 500 chilometri dalla capitale Bamako.

Questo progetto è denominato «Mali 11»ed è già in corso d’opera, con i primi volontari partiti l’8 novembre, che al loro arrivo hanno già trovato il materiale per la costruzione, spedito anticipatamente dall’Italia con ben dieci container, con l’aggiunta di una nuova ambulanza per il nascente ospedale. L’iniziativa di costruire questo ospedale è partita da Cuore Amico, che finanzia in parte il progetto, con la partecipazione dello Scaip, la Ong dei Piamartini di Brescia, che da sempre collabora con il Gruppo Mali Gavardo. La scelta del progetto è stata fatta di concerto con la Conferenza Episcopale del Mali, che negli ultimi anni, vista la necessità, ha preferito orientarsi su strutture sanitarie piuttosto che su scuole, come erano i primi progetti del gruppo gavardese. Sarà quindi il quinto ospedale costruito in Mali. Quest’anno l’attenzione sarà rivolta alle mamme e ai bambini: sarà infatti un ospedale maternità, con ambulatori di pediatria, ginecologia, sala ecografia e radiologia, sala parto, nido e altri studi medici. Tutto questo sarà contenuto nel fabbricato principale di 730 mq. Saranno aggiunti, inoltre, altri tre fabbricati minori: uno, di 370 mq, ospiterà la farmaci e il laboratorio analisi. Gli altri due, di 210 mq ciascuno, conterranno uno la segreteria, la direzione, il magazzino e sale tecniche, e l’altro la cucina, un refettorio/sala riunioni e la lavanderia. Le quattro costruzioni saranno collegate tra loro con ampi porticati e cortili. Mentre si sta costruendo questo ospedale, si sta avviando l’attività del Day-Hospital con Centro Dialisi e poliambulatori dell’ospedale costruito l’anno scorso a Bamako (nelle foto), la capitale del Mali.
Insieme ai volontari sono partiti, infatti, anche alcuni medici, infermieri e personale tecnico degli Spedali Civili di Brescia e dell’Ospedale di Manerbio per avviare il Centro Dialisi, il laboratorio analisi e lo studio oculistico. Gli Spedali di Brescia hanno contribuito anche con la fornitura di attrezzature per i laboratori e con la formazione del personale del Mali. Nei mesi scorsi tre suore, una medico e le altre due infermiere, hanno svolto uno stage presso il reparto dialisi dell’ospedale. È intenzione del Gruppo Mali Gavardo mettere in rete questi cinque ospedali, sia per la cura che per la formazione del personale.

I volontari che prendono parte a questa esperienza (la diciassettesima del Gruppo Mali Gavardo), coordinati come sempre da Gabriele Avanzi di Gavardo, sono più di 90, la maggior parte provenienti dai paesi della provincia di Brescia, ma alcuni anche da fuori. Tra i valsabbini vi sono persone di Gavardo, Vallio Terme, Villanuova, Vobarno, Bione, Barghe, Provaglio Val Sabbia, Paitone e Serle. Sono suddivisi in tre turni: due di cinque settimane e uno di tre. Quelli del primo sono già partiti, come detto, l’8 novembre e torneranno il 20 dicembre; quelli del secondo resteranno in Mali dal 20 dicembre al 10 gennaio, mentre quelli del terzo partiranno il 28 dicembre e torneranno il 2 febbraio.
La maggior parte dei volontari sono pensionati, ma molti sono anche giovani e gente che lavora: questi ultimi copriranno il turno a cavallo tra le festività di fine anno. Questi volontari saranno seguiti da Nicola Bonvicini di Gavardo, che è il responsabile del progetto «Mali 11». Tra essi vi sono esperti muratori e carpentieri, idraulici, elettricisti, imbianchini, ma anche gente che nella vita fa tutt’altro; non mancano le donne, cui spettano i lavori di cucina e di assistenza: a loro è affidato anche il compito di portare l’acqua al cantiere ogni due ore, per rinfrescare i lavoratori dalla calura africana. I volontari italiani saranno aiutati dalla popolazione locale che in pari numero, se non di più, collaboreranno alla costruzione dei fabbricati: una modalità di cooperazione da sempre adottata dal Gruppo Mali Gavardo.

Non mancherà l’assistenza spirituale da parte di nostri sacerdoti: a turno raggiungeranno il Mali anche don Giovanni Zini, parroco di Vallio Terme, don Gabriele Banderini, parroco di Collio di Vobarno e Degagna, don Angelo Nolli, parroco di Sasso di Gargnano, e don Carlo Tartari, gavardese di origine, attualmente curato a Leno. Nell’arco di tre mesi il complesso sarà costruito: è già stato fissato il giorno dell’inaugurazione, il 31 gennaio 2008, giorno di San Giovanni Bosco.

Si resta sbalorditi quando si sente che in così poco tempo viene costruito un intero reparto ospedaliero, ma l’esperienza ventennale del Gruppo Mali Gavardo ci ha abituato a questi “miracoli”. E, ne siamo certi, altri ne riserverà per il futuro. Anche questa è una forma, forse meno letteraria e idealizzata, ma molto più concreta, del cosiddetto “mal d’Africa”.
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