Timothy, l'ultimo abbraccio
di Aldo Pasquazzo

Si sono celebrati questo venerdì pomeriggio a Pieve di Bono i funerali dello sfortunato 17enne Timothy Porcelli, morto nei giorni scorsi a causa di un incidente a Por, mentre si allenava con la sua bicicletta



“La famiglia Porcelli non sarà lasciata sola. Il loro dolore tocca tutti quanti. Parole e situazioni che non trovano risposte ne giustificazioni e quindi affidiamoci all’amore di Dio padre“ ha detto il celebrante padre Artemio Uberti a funzione da poco iniziata.
Quindi la corale parrocchiale dalla cantoria intona “Eterno Riposo“.

L’esecuzione è di quelle che toccano nel profondo del cuore
.
L’arcipretale di Santa Giustina, dove ieri pomeriggio si sono svolte le onoranze funebri del diciassettenne Timothy morto due giorni prima a seguito un incidente stradale lungo la provinciale per Por, risulta stracolma di gente. 

C’erano intere famiglie venute anche da fuori regione che nemmeno sapevano dove è Por.
Già un’ora prima della messa lungo il sagrato e dentro al chiesa ci si stenta ad arrivare. Tanti e tanti giovani si accodano per avvicinarsi alla bara e stringersi attorno ai familiari afflitti dal dolore. Volti noti e sconosciuti sulle cui facce il dolore e la commozione è però evidente.

Molti anche i parenti venuti da Castello Matese nel casertano, paese originario di papà Guido, mentre mamma Denise è americana.
Dall’Università Popolare di Tione, dove Timothy frequentava la 3° classe vendite, ci sono tutti. A parlare per loro dalle balaustre è stata Agata Zeni: «Sarai sempre con noi» ha detto tra le lacrime ricordando la figura del compagno di classe.

Nel frattempo c’è chi incrocia lo sguardo con i familiari: papà Guido e mamma Denise, i due fratelli Peter e Myles rispettivamente di 18 e 9 anni.
Qualcuno si sofferma con prolungati abbracci altri invece si limitano ad una stretta di mano o ad una carezza ai più piccoli.

Attorno al feretro, coperto da un cuscino di fiori e dalle magliette della LVF di San Paolo d’Argon nel quale Timothy militava, lo sport dilettantistico è ben rappresentato. Ci sono la Ciclistica Storo e gli Amici del Pedale di Roncone, i compagni di squadra di Brescia e di Bergamo, i team manager Mauro Cominotti e Daniele Contrini. 

Poco distanti Giuseppe Zoccante, un tempo presidente del Comitato provinciale trentino ma pur sempre uomo di sport, Stefano Casagrande presidente del Veloce Club Borgo con il sindaco Fabio Dalledonne, Ugo Segnana presidente della Coppa d’Oro e Diego Moser. Dietro ci sono anche i sindaci di Pieve di Bono, Roncone e Bersone. C’è molta gente proveniente dalla Valsabbia e dalla Bergamasca. 
Il ciclismo Giudicariese non si estranea dal dolore: «Per noi – dicono Italo Parolari e Pierino Marchetti – quel ragazzo che bene conoscevamo era davvero una promessa».

Padre Artemio è affiancato da don Bruno Armanini che lo asseconda nella funzione.
All’omelia il celebrante di origini bresciane fissa con frequenza lo sguardo al primo banco dove i famigliari siedono: «Tu Timothy ora stai bene. I tuoi famigliari no! I tuoi cari sono affranti e distrutti per la tua partenza anticipata. Non pensavamo e non volevamo che ciò accadesse. Ora ci consola solo il pensiero che stai bene tra le braccia paterne di Dio».

Poi ancora: «Caro Timothy a te l’ultimo saluto. Quando nascesti tu piangevi, mentre i tuoi genitori gioivano. Ora che ci hai lasciati, i tuoi genitori piangono, ma sono certo che tu  tra gli angeli in cielo già ti trovi bene. Ciao Timothy e arrivederci in paradiso».

Poi l’ultima e triste incombenza
quando la salma viene benedetta e s’allontana.
Uno scrosciante applauso e poi via verso la camera mortuaria della Casa di riposo da dove oggi, sabato, sarà traslata a Brescia per la cremazione.

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