L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare
di Ubaldo Vallini

La famosa frase di Gino Bartali ben si confà alla vicenda che vede contrapposti il sindaco di Gavardo e l'ex comandante della polizia municipale



Ha svolto il compito di comandante della polizia municipale di Gavardo per due anni, poi il sindaco ha deciso che in base alla legge "anticorruzione" non avrebbe più potuto farlo, preferendogli un nuovo comandante e addirittura ponendolo in un ruolo subordinato ad un altro collega, che era stato suo vice.

Marco Sartori, ormai ex comandante, ha deciso di fare ricorso al Tribunale del Lavoro .Ne avevamo già scritto qui.

I come e i perchè di questa intricata vicenda non erano mai stati chiariti del tutto: da parte del sindaco si ostentava la certezza del diritto, dall'altra parte abbiamo sempre ottenuto un abbottonato "preferisco non parlare, per me lo faranno le sentenze".

Ed eccola oggi la sentenza.
E' pubblica, l'abbiamo recuperata e la pubblichiamo.
Il giudice, nella sostanza, si è espresso come faceva Gino Bartali quando il risultato di tappa non gli piaceva.

Tradotto nel caso specifico, il giudice ritiene che l'amministrazione comunale gavardese abbia adottato comportamenti e provevdimenti discriminatori.
Odina al Comune quindi di formulare nuovamente le sue valutazioni e di farlo questa volta «sulla base di criteri oggettivi, verificabili e prestabiliti», perchè così, evidentemente, non era stato fatto.

Il Sartori stesso, infatti, chiedendo la nullità dei provvedimenti, non ha fatto discendere automaticamente nè il rinnovo dell'incarrco di comandante, nè il riconoscimento dell'indennità di coordinamento (riferita all'operazione Gavardo-Vallio) che dal municipio gli era stata negata.

Al Comune è stato chiesto anche di riconoscere al ricorrente Sartori 5 mila euro connessi "alla lesione della sua dignità personale e della sua immagine, derivata dall'adozione di provvedimenti discriminatori", oltre che 2.500 euro per rimborsarlo delle spese "di lite" sostenute.

Alleghiamo la sentenza depositata ieri nella quale il giudice ripercorre l'intera vicenda e trae le sue conclusioni.


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