«Peep Show», la notorietà effimera degli anni duemila
di Fabio Borghese

Per la serie “Incontri d'autunno”, giovedì 30 ottobre presso la biblioteca di Vobarno la presentazione del libro del milanese Federico Baccomo Duchesne


Sarà presentato questo giovedì, 30 ottobre, alle 20.30 presso la biblioteca di Vobarno il libro “Peep Show” (Marsilio, 2014), di Federico Baccomo Duchesne.
Ad intervistare l'autore sarà la bibliotecaria Erika Ruggeri.

Federico Baccomo Duchesne è nato a Milano nel 1978. Nel 2009 ha esordito con "Studio illegale", ispirato all'omonimo blog, un romanzo di grande successo da cui è stato tratto un film interpretato da Fabio Volo. Anche "La gente che sta bene", il suo secondo romanzo, uscito nel 2011, è diventato un film con protagonista Claudio Bisio.

Nel suo nuovo romanzo narra la storia di Nicola Presci, il prototipo di ex figo-vincente dei nostri giorni. L’archetipo ideale dell’uomo senza qualità dagli anni zero a seguire: autoreferenziale, rissoso-bizzoso, con la fissa della bella vita e di tutto ciò che possa suonare anche soltanto lontanamente come trendy. Non a caso è stato il trionfatore di una delle edizioni del Grande Fratello: il warholiano quarto d’ora di celebrità esteso a qualche annetto (copertine sui giornali, sesso facile, comparsate in discoteche & tv, denaro, tanto denaro): dopo di che l’oblio.

“Peep Show” è un piano sequenza impietoso sui tempi che corrono. Sostenuto da trama e ritmo che non fanno una grinza (dentro ci sta anche una vera storia d’amore, o insomma giù di lì) “Peep Show” girovaga attorno una sub-umanità reificata, alienata, a-valoriale, arruolata a comparsa da una società in cui tutto sembrerebbe perduto tranne l’apparenza.

In ultima analisi, Federico Baccomo Duchesne riesce laddove la maggior parte degli scrittori morali-sociali-a tesi fallisce, configurando un panorama del disastro quasi da docufiction, ma senza piangersi addosso, senza pistolotti e/o compiacimenti esistenzial-ombellicali. Lo sguardo narrativo si evolve in soggettiva però si mantiene lucido fino in fondo, regalandoci il ritratto di un personaggio-simbolo riconoscibilissimo e per ciò difficile da dimenticare.
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