Dopo gli spari resta in cella
Il 49enne di Lavino che domenica scorsa ha imbracciato il fucile e premuto a ripetizione il grilletto contro la casa della sorella, secondo il giudice potrebbe reiterare il reato



E' stato arrestato lunedì mattina a Lavino perchè aveva esploso almeno 23 colpi col suo fucile da caccia contro la casa di sua sorella. Per questo deve restate in carcere.
Lo ha stabilito ieri, al termine dell'interrogatorio di convalida, il giudice delle indagini preliminari Luca Tringali ritenendo sussistente e concreto il pericolo di reiterazione del reato.

L'uomo, che la sera di domenica scorsa e sceso in strada
e, in preda ai fumi dell'alcol ha dato fondo alla sua rabbia contro i parenti, non è riuscito aspiegare compiutamente al giudice le ragioni del suo gesto.

Ha escluso l'intenzione di uccidere, ma non ha saputo dire perché sia arrivato a tanto.
Non ha spiegato né perché si è barricato in casa con la moglie (una trentenne albanese), il figlioletto di 13 mesi e l'anziana madre. Né perché abbia reso estremamente complesso l'intervento dei carabinieri di Vestone e di quelli del nucleo Radiomobile di Salò, intervenuti in via San Michele.

L'attenuazione della misura cautelare della custodia in carcere
, al momento, non pare possibile, non solo sotto il profilo cautelare, ma anche logistico.
L'unico domicilio disponibile per gli arresti domiciliari è la casa dove l'uomo vive, evidentemente troppo vicina a quella della sorella e della sua famiglia. Pertanto inadeguata.

Al 49enne il pm Eliana Dolce contesta le minacce anche a pubblico ufficiale aggravate dall'uso delle armi.
Nella sua abitazione, una volta vinta la resistenza, i carabinieri hanno trovato una decina di fucili da caccia e circa 500 cartucce.
Un arsenale che per qualche tempo l'uomo non potrà maneggiare.

.fonte Giornale di Brescia

141125_lavino01.jpg