Scontro in consiglio comunale
di Ubaldo Vallini

Mentre nella realizzazione delle nuove opere di regolazione del lago la Regione è ormai passato alla fase degli appalti, continua l’animata discussione in Comune con la maggioranza che confida nel ricorso al Tar

L’Idra si trasforma in Davide e prova ad affidare alla Regione Lombardia il ruolo di Golia. In questo “mix” fra mitologia e disamina biblica, sembrano riporsi le speranze dell’amministrazione comunale di Idro di contrastare i propositi del Pirellone, che nella realizzazione delle nuove opere di regolazione del lago è ormai passato alla fase degli appalti. I lavori previsti dalla Regione, infatti, vengono osteggiati dall’attuale maggioranza idrense, che li ritiene utili a garantire gli interessi di chi vuole sfruttare l’acqua del lago, piuttosto che quelli relativi alla sicurezza dei suoi abitanti, come invece viene affermato a Milano.

Il problema, come lo fu per Davide dei tempi di re Saul, è quello di riuscire a sfruttare con la dovuta agilità la presunta “pesantezza” degli adempimenti regionali. Il punto, a livello territoriale, è stato fatto nei giorni scorsi nel municipio del Comune rivierasco, dove su richiesta della minoranza, proprio sul tema degli imminenti lavori che prevedono di investire sul territorio circa 33 milioni di euro, ha avuto luogo un Consiglio comunale straordinario. «Proposte ed iniziative dell’Amministrazione comunale in merito all’imminente avvio delle nuove opere di messa in sicurezza del lago d’Idro”, è stato l’argomento all’ordine del giorno.

Due gli interventi principali da parte della maggioranza: quello del consigliere Walter Zecchi che nella sostanza ha ripercorso le vicende pregresse, affermando che la Regione viene a fare oggi quello che la maggioranza comunale di ieri ha concordato con loro di fare col famoso accordo di programma del 2008; quello dell’assessore Matteo Rovatti che ha invece indicato come via privilegiata da percorrere quella giudiziaria, riferendosi in modo particolare al ricorso già intentato contro il decreto di approvazione dei progetti regionali. Azione che verrà discussa in udienza pubblica nella sede bresciana del Tar il prossimo 6 maggio.

Contestati dalla minoranza, sia la ricostruzione dei fatti fino a qui accorsi, sia l’idea che quel ricorso al Tar possa essere risolutivo della controversia con la Regione. Nel primo caso, secondo i consiglieri di minoranza Salvaterra, Bona e Zambelli, è un errore identificare il progetto preliminare delle opere di regolazione del lago con l’Accordo di programma (da Salvaterra sottoscritto). «Ad affermare che nuova traversa e nuova galleria di scarico erano necessarie è stato il Registro Italiano Dighe - hanno affermato, nella sostanza - l’accordo di programma ha reso le popolazioni del lago, per una volta unite, in grado di partecipare da protagoniste alla loro realizzazione». Possibilità che l’attuale amministrazione avrebbe invece gettato al vento, abdicando al proprio ruolo di partecipazione attiva e responsabile.

Quanto alla via giudiziaria, questa è considerata dalla minoranza inadatta: «La maggioranza alla fine potrà affermare di aver fatto di tutto per contrastare la Regione, ma il problema qui è diverso: occorre decidere se subire la realizzazione di quelle opere, oppure provare ancora una volta a governarla».
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