Dall'orgoglio degli intagli lignei ad una grande mostra
di Alfredo Bonomi

Tra le peculiarità artistiche della Valle Sabbia gli intagli lignei sono considerati l’espressione più importante ed anche il livello più alto raggiunto dalla creatività e dall’inventiva locali.


Un percorso possibile.

I “trionfi lignei” settecenteschi dei Boscaì e di molti altri intagliatori hanno reso preziose le nostre chiese e richiamano molto bene quella propensione, tipica del barocco, di concepire il luogo delle preghiere come scenografie grandiose, gradevoli ed eleganti, proprio come tangibile anticipo della bellezza ultraterrena, meta sperata da ogni credente.

Negli ultimi anni parecchi approfondimenti hanno messo in risalto l’apporto dato da molte famiglie all’arte dell’intaglio in Valle Sabbia ed, a ragione, i valligiani sono orgogliosi del loro patrimonio artistico nato dalle abili mani dei loro antenati, mosse da menti poetiche.
Oggi si punta sul turismo di qualità con le città che fanno a gara ad allestire mostre per far gustare il meglio dell’arte italiana; anche la Valle Sabbia potrebbe concedersi l’immaginazione di una “sfida creativa” che la inserisca, in qualche modo, nel circuito dell’arte, mettendo in mostra il meglio della sua arte.

E perché allora non pensare ad una grande mostra
che possa diventare una stimolante occasione culturale?
Non è certo proponibile lo spostamento di complesse ancone, ma certamente non è difficile riunire, senza pericolo alcuno, in una rassegna, sculture che si possono spostare senza eccessiva difficoltà, come le statue della Vergine, dei santi ed i Crocifissi.

L’idea si può concretizzare il modo organico e con risultato di grande effetto scenico ed emotivo.
Non servono moltissime opere per comporre un percorso artistico eloquente e di alto livello.
La scultura lignea in Valle Sabbia ha occupato molti anni, almeno tre secoli, dalla seconda metà del 1400, sino alla fine del 1700.
La mostra potrebbe riguardare proprio i primi due secoli e precisamente il 1500 ed il 1600 poiché sono quelli più significativi per il raccordarsi di diverse “scuole” e di influssi provenienti da grandi centri culturali.

Sarebbe uno scatto d’orgoglio per la Valle Sabbia,
una ricerca di una “carta di identità” di pregio, una presa di coscienza delle ricchezze del territorio, dopo la grande manifestazione dell’Expo.

La realizzazione di tale progetto richiede però una significativa e lungimirante sinergia fra aziende ed enti pubblici.
Indispensabili pure uno stretto raccordo con la Sovrintendenza che, a fronte di una proposta seria e coerente, come già avvenuto nel 2002 per la bellissima mostra di pittura “Dal Moretto al Ceruti” allestita a Sabbio Chiese, non potrebbe negare la sua collaborazione.

La sede ideale della mostra è la chiesa di San Lorenzo a Promo di Vestone, scenario emozionante per la presenza del polittico ligneo collocato sopra l’altare maggiore. Ha motivi architettonici e decorativi dei primi anni del 1500 che richiamano l’ambito di Stefano Lamberti.

Questo polittico si presta benissimo come “raccordo artistico” delle opere esposte nella navata della chiesa. Nel 1999 così ebbi a scrivere «…sopra l’altare maggiore è posto un polittico cinquecentesco di notevole importanza. Le cornici lignee, sicuramente della prima metà del 1500, hanno una architettura classicheggiante, chiara nell’impostazione che denota quali fecondi legami la Valle ha avuto con i movimenti artistici più vasti e qualificati. L’impianto ligneo è molto importante anche perché si richiama tutto il discorso delle “botteghe” di intaglio attive in valle prima dell’avvento dei Pialorsi “Boscaì” […] Maffeo Olivieri ed il Lamberti, attivi a Condino, proprio nei primi anni del 1500 devono aver lasciato un’impronta anche i Valle Sabbia ed alcune particolarità di questo polittico non sono lontane dall’influsso delle opere di questi grandissimi scultori lignei».
Anche oggi sostengo quanto allora scritto.

Il polittico di Promo è l’esempio più eloquente di queste architetture lignee intagliate, concepite per racchiudere tele e tavole dipinte presenti nelle chiese valligiane prima dell’avvento delle famiglie attive dal 1600 in poi, in primo luogo i Pialorsi “Boscaì” ed i Bonomi.
Attingendo alle opere presenti in Valle Sabbia si potrebbe aprire “una eloquente finestra” sull’arte degli intagli lignei.

Non è nemmeno difficile immaginare il percorso espositivo.

Sinteticamente ne tratteggio uno, scandito nel tempo e nelle diverse tipologie.

Statue della Vergine: per il 1500 la “Madonna con il Bambino” di Levrange, la “Madonna seduta in trono con il Bambino” di Mura, la “Madonna” di Anfo e quella “dormiente” di Preseglie; per il 1600 la statua della “Madonna” di Odolo, datata 1641 ed attribuita agli Zamara, quella “seduta in trono” di Vestone e quella di Lavenone, della prima metà del secolo.

Crocifissi: per il 1500, i crocifissi di Idro e di Bagolino che richiamano motivi dell’Olivieri e del Lamberti, quello di Levrange; per il 1600, il crocifisso di Odolo, della prima metà del secolo, forse il miglior esempio tra quelli conservati in valle, il crocifisso di Presegno, quello di Lavenone e quello di Mura di Baldassar Vecchi. Ma se ne potrebbero aggiungere altri.

Statue di santi: per il 1500 il “Sant’Antonio Abate” di Bagolino e i santi dell’ancona nella chiesa di San Rocco a Bagolino, il “San Rocco” di Crone ed il “San Lorenzo” di Promo, nella cimasa del polittico; per 1600, la statua di San Zenone di Ono Degno dei Montanino.
Opportune visite guidate, partendo dal  “cuore espositivo” di Vestone, potrebbero far sostare i visitatori nelle chiese della valle ad ammirare le grandi “macchine decorative” lignee.

Infine una breve considerazione che può diventare determinante: l’occasione potrebbe essere la degna palestra per far esprimere e far maturare le professionalità di molti giovani che faticano a potersi esprimere.

Alfredo Bonomi

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