Obiettivo aprire per l'estate
di Cesare Fumana

Venerdì scorso assegnato l’appalto dei lavori per la messa in sicurezza del versante franoso. L’impegno di Comunità montana per l’apertura a metà estate. La Regione si prenderà in carico il sito della fortezza


Dopo quattro anni di chiusura, la Rocca d’Anfo tornerà a riaprire i suoi battenti al pubblico la prossima estate. L’annuncio è stato dato venerdì scorso nella sede della Comunità montana di Valle Sabbia dal presidente Giovanmaria Flocchini, nel corso di una serata dedicata alla presentazione di progetti di recupero frutto di tesi di laurea di tre studenti valsabbini.

Ciò avverrà dopo l’intervento di messa in sicurezza del versante franoso che incombe sulla fortezza napoleonica, causa della chiusura da luglio 2011.

I fondi per i lavori provengono dall’Accordo di programma sottoscritto dai Comuni rivieraschi con la Regione Lombardia, in particolare da parte della quota spettante ad Anfo che li ha stralciati da un altro progetto per dirottarli sulla Rocca d’Anfo.
L’appalto di questi lavori, del valore di un milione di euro, è stato assegnato a una ditta di Bovegno che ha presentato un ribasso di 350 mila euro; questi fondi rimanenti (salvo imprevisti nei lavori) saranno utilizzati per la pulizia e la risistemazione dei percorsi per consentire nuovamente l’accesso al pubblico.

L’azienda vincitrice dell’appalto avrà tempo 90 giorni per eseguire i lavori. Non inizierà subito perché ci sono 30 giorni di tempo perché altre ditte partecipanti al bando possano fare ricorso. Se tutto andrà secondo cronoprogramma entro luglio la rocca riaprirà.

Flocchini ha anche annunciato un imminente passaggio di proprietà del complesso fortificato dal Demanio alla Regione, frutto di un lavoro che ha visto partecipi Comunità montana, comune di Anfo (che ha rinunciato al diritto di prelazione), e che ha trovato disponibilità negli assessori regionali al Territorio Viviana Beccalossi e al Bilancio Massimo Garavaglia.
«La Regione si prenderà carico della Rocca d’Anfo per 20 anni – ha precisato Flocchini –: si accolla così un’area e un’opera fondamentale per lo sviluppo turistico della Valsabbia; un onere impegnativo di questi tempi».

Questo sarà il lasso di tempo per poter intervenire per rendere il complesso monumentale un’attrazione turistica degna di questo nome.
Non a caso la serata di venerdì era intitolata “Rocca d’Anfo, quale futuro?”, nella quale sono state presentate le tesi di laurea di tre architetti valsabbini: la prima di Andrea Butturini, di Vestone, e Luca Tognoli, di Sabbio Chiese, e la seconda di Davide Toselli, di Vestone.

Entrambe le tesi si basavano su progetti di valorizzazione del complesso monumentale in chiave culturale e turistica: ognuna con delle proposte diverse e originali, con due percorsi differenti per i visitatori, studi di restauri per i diversi manufatti, diverse ipotesi di reimpiego degli spazi (ostello della gioventù, ristorante, campeggio, area spettacoli, ecc.).
«Lavori che saranno presi in considerazione per i futuri progetti di recupero della rocca», hanno detto sia il presidente sia l’assessore al Turismo di Comunità montana, nonché sindaco di Idro, Giuseppe Nabaffa.
 
«Siamo consapevoli che il lavoro che abbiamo davanti non è facile, soprattutto per la carenza di risorse a disposizione – ha detto Flocchini, mettendo le mani avanti –. Per questo in accordo con il Gal GardaValsabbia stiamo partecipando a dei bandi di Fondazione Cariplo che consentono di ottenere dei fondi per progetti di restauro e di valorizzazione turistica».

Il percorso perché la Rocca d’Anfo torni a essere frequentata è tracciato. La presa in carico della Regione fornisce inoltre una garanzia in più affinché questo importante complesso monumentale possa diventare quell’attrazione di richiamo turistico da tempo auspicata.
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