Un nuovo guard-rail per le «Tre arcade»
di Ubaldo Vallini

Lavori in corso lungo la 237 del Caffaro, in territorio odolese, in località Brete, dove quattro anni un disastroso incidente spazzò via il guard rail e causò una diffusa moria di pesci



Sono cominciati martedì e dovrebbero essere conclusi entro la settimana, i lavori di ripristino del guard-rail che protegge gli utenti della strada che transitano sul ponte “de le tre arcade”, lungo la 237 del Caffaro in località Brete, in territorio odolese.

Lavori che comportano la regolazione del traffico a senso unico alternato.
Era il 28 giugno del 2011 quando, per alcune decine di metri, la protezione d’acciaio è stata divelta da un autoarticolato che nel percorrere la curva in discesa si era sdraiato sul fianco destro, rimanendo poi in bilico sul ponte, che in quel punto è alto una quindicina di metri.

L’autista bergamasco se l’era cavata con pochi danni fisici.
Peggio era andata ai pesci e persino alle larve di insetto che popolavano la Vrenda, che scorre poco più a valle.
Il camion, infatti, ha rovesciato nell’alveo del torrente di casa a Odolo decine di quintali di ossido di calcio, che solo in parte erano stati recuperati il giorno stesso dalla ditta di trasporti.

Il guaio è che la sostanza, utile come additivo per acciaieria, è inerte solo fino a quando non viene a contatto con l’acqua.
In questo caso diventa calce viva e sviluppa una gran quantità di calore.
Cosa che è prontamente avvenuta nei giorni successivi, quando sulla zona si è messo a piovere a dirotto.

La sorpresa è stata che per qualche chilometro, nel torrente è scomparsa la vita: pesci, alghe, persino le larve degli insetti.
Un intero ecosistema distrutto.
Una ferita che è stata curata, ma che non sarà possibile rimarginare del tutto.

Ottenuto dalla ditta di Brembilla (Bg) 10.800 euro a titolo di risarcimento, infatti, la Provincia ha provveduto al piano triennale di ripopolamento delle acque, che però non ha dato l’esito sperato.
Sono stati “seminati” in gran quantità avannotti di trota, cavedano e barbi, ma non è stato possibile reintrodurre la fauna autoctona come i barbi canini, le bose, i vaironi e i gamberi, semplicemente perché questi non vengono allevati.

Insomma: la Vrenda di quattro anni fa, almeno dal punto di vista ambientale, non c’è più.
Tornerà invece il guard-rail sul ponte, al posto della lunga fila di new jersey in cemento posizionati dall’incidente fino a oggi.

.in foto: il cantiere oggi; l'incidente di quattro anni fa.

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