Morte in bicicletta
di Ubaldo Vallini

Stava pedalando di notte da Carpeneda in direzione di Vobarno quando è stato tamponato da una Panda. Il ciclista, sembra fosse un sessantauenne che abitava ai Tormini, è morto per la gravità delle ferite riportate
Aggiornamento ore 18




Non ce l’ha fatta. Le operazioni di rianimazione sono andate avanti per più di mezz’ora.
Poi un barlume di speranza e la corsa disperata fino all’ospedale di Gavardo.
Purtroppo però non c’è stato nulla da fare: troppo gravi le ferite riportate nell’incidente occorsogli mentre in bicicletta stava pedalando lungo la Provinciale IV, fra Carpeneda di Vobarno ed il capoluogo.

Ieri sera ancora l’uomo, privo di documenti, non era stato identificato in via ufficiale.
Solo voci. Sembra si tratti di un 62enne che vive ai Tormini e che spesso percorre quelle strade con la sua vecchia Zecchini.
Ieri sera l’hanno visto partire al bar La Roccia, al bivio per Teglie, con quella bicicletta. Senza fari dicono.

Ha percorso forse mezzo chilometro in direzione di Vobarno, poi è arrivata quella Panda, in un tratto dove la strada disegna un’ampia curva a destra ed è completamente buia.
«Non l’ho visto fino a quando me lo sono trovato sul cofano» continuava a ripetere ieri l’operaio della Metalfer, che la stava guidando.

A quell’ora, non erano ancora le 21 e 30, da Carpeneda l’uomo si stava recando al lavoro: avrebbe dovuto dare il cambio turno alle 22 e c’era ancora da passare a caricare un collega.
Aveva tutto il tempo.

Dopo aver tamponato il ciclista in modo violento, l’operaio, evidentemente sotto shock, con l’auto ha percorso ancora una cinquantina di metri, prima di fermarsi sull’opposta corsia di marcia, col cristallo in frantumi e la ruota destra incastrata nel parafango.

L’uomo in bicicletta invece
, disarcionato dal mezzo ridotto ad un groviglio di raggi e di tubi, è stato sbattuto nel prato che in quel punto, un paio di metri sotto il ciglio stradale, separa la via asfaltata dalla seriola e poi dallo stabilimento della Valsir.
Lì l’hanno soccorso l’equipaggio della Medicalizzata e quello dell’ambulanza dell’Anc di Roè Volciano, che hanno potuto lavorare alla luce delle fotocellule accese dai vigili del fuoco giunti sul posto da Salò.

Lunghe le operazioni di rianimazione,
fino alla ripresa seppur debole delle funzioni vitali.
Per poco tempo: a nulla è servita infatti la corsa al Pronto soccorso gavardese e meno di due ore dopo il cuore dell’uomo ha cessato di battere.

La salma ora riposa nell’obitorio del nosocomio valsabbino a disposizione delle autorità.
Per i rilievi sono intervenuti i carabinieri di Vobarno, con i colleghi del Radiomobile di Salò a fare da supporto.
La Provinciale è rimasta chiusa per quasi due ore: disagi solo per i mezzi pesanti che non hanno potuto manovrare e percorrere le strade alternative interne a paese.

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Aggiornamento ore 18

Il deceduto è Claudio Signori, come avevamo già scritto è di Roè Volciano, conosciuto in zona col soprannome di "Gringo" per l'abitudine a farsi vedere in giro con un grande cappello da cowboy.
La sua presenza sulle strade di notte era già stata segnalata come pericolo per la sua e l'altrui incolumità.

L'uomo alla guida della Panda è stato trovato positivo all'alcotest ed è stato denunciato per omicidio colposo e per guida in stato di ebbrezza.
Domani i particolari.

Val.


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