Campione, col fisico e con la testa
di EnneEmme

Cristian Ragnoli, dell'Asd Nuvolera Bike, ha conquistato il prosto più alto del podio alla massacrante "Wembo World 24h Solo" che si è disputata in California



Il ciclismo è senza dubbio lo sport che più di ogni altro implica sacrificio, sofferenza e tenacia. 
A maggior ragione se una gara costringe un corridore a rimanere in sella alla sua mountain-bike per 24 ore. L’endurance è una disciplina ancora poco diffusa in Italia, eppure possiamo già vantare un campione mondiale, per di più di casa nostra. 

A Weaverville - California (Stati Uniti) - si è disputato il mondiale “Wembo World 24h Solo”, che ha richiamato atleti da tutto il mondo.
Un percorso sterrato di 24 km con un dislivello di 900 mt, districato lungo la foresta di Trinity, con una salita iniziale di 6 km caratterizzata da pendenze del 15-20%. Cristian Ragnoli, atleta dell’Asd Nuvolera Bike, si è imposto nella categoria 40-44 anni, compiendo ben 17 giri nelle 24 ore disponibili.

Nel mondiale 2014 in Scozia si è dovuto accontentare del secondo posto,
quest’anno ha dominato la gara sin dalle prime battute.
Le avversità non sono mancate: “Di notte durante la discesa, a 40 km/h, ho colpito un cervo che mi ha tagliato la strada”.
Risultato: caduta contro un albero, ferite al ginocchio e di nuovo in bici come se nulla fosse successo.

Imprevisto che pur incidendo sulle prestazioni cronometriche, non ha mai messo in discussione la prima piazza, mantenuta saldamente fino al traguardo.
Insomma un animale impaurito avrebbe potuto rovinare la festa ma così non è stato. Gli avversari ci hanno provato, tentativi vani.
Hanno lottato per il podio, mai per il gradino più alto. Troppo evidente la superiorità di Ragnoli.

La vittoria è in realtà l’ultima fatica di un percorso costruito nel tempo con allenamenti giornalieri, diete draconiane e rinunce al tempo libero. Chiedere alla fidanzata Francesca per avere conferme.

Ogni giorno, prima e dopo il lavoro esco in bici; il weekend lo passo sui pedali, nei dintorni o in Trentino”.
Ragnoli è da sempre nel mondo dello sport: dapprima calciatore, poi podista e ora ciclista.
Chi lo conosce bene esalta la sua grande predisposizione atletica integrata alla freddezza mentale. Due ingredienti alla base dei suoi successi sportivi.

“Correre per 24 ore richiede oltre a un immenso sforzo fisico, concentrazione mentale. La testa deve convincere il corpo a non mollare e prolungare l’agonia.”
La distribuzione delle proprie energie e la capacità di motivarsi durante fasi della gara in cui si entra in crisi di forze, sono i concetti cardine dell’endurance. 

Ragnoli torna a Nuvolera con la maglia iridata, tra festeggiamenti, congratulazioni e pacche sulle spalle.
Fra quattro mesi si disputerà il mondiale 2016 in Nuova Zelanda.
Non conferma ancora la sua presenza, ma conoscendolo non muore dalla voglia di cedere la maglia così presto agli avversari.
Che sia proprio questa l’ennesima motivazione su cui costruire il prossimo successo della sua carriera?

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